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HOT DOCS 2023

Recensione: El techo amarillo

di 

- Nel suo documentario, Isabel Coixet affronta il caso del Teatro Aula di Lleida, dove un gruppo di nove donne ha sporto denuncia per abusi sessuali contro due dei loro insegnanti

Recensione: El techo amarillo

Nel 2018, un anno dopo l'ascesa del movimento #MeToo, nove donne sporsero denuncia contro due dei loro insegnanti – Antonio Gómez e Ruben Escartin – accusandoli di aver commesso numerosi atti di abuso sessuale tra il 2001 e il 2008, quando erano appena adolescenti. Nel suo ultimo lavoro, la regista catalana Isabel Coixet incontra le vittime e cerca di dare allo spettatore un'idea di quanto le cose andassero male tra le mura del Teatro Aula di Lleida e tra i ranghi della compagnia teatrale giovanile La Inestable.

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(già presentato a IDFA e San Sebastian, e ora in programma a Hot Docs) esplora la tossicità del mondo del teatro e delle arti permormative, un argomento scomodo che spesso viene trascurato. In genere, i rapporti tra studenti e insegnanti che si instaurano in una scuola di recitazione o all'interno di una compagnia teatrale sono spesso molto intensi, emotivi e difficili da gestire. Si trascorrono tante ore insieme, a volte anche più che con la propria famiglia, e ci si svelano tanti segreti, sia sul palco che nei camerini – chi scrive qui parla da ex studente di regia teatrale, avendo frequentato un’accademia di teatro in Italia dal 2010 al 2013. Pertanto, è necessario stabilire limiti e regole chiari e riconosciuti da tutti i partecipanti, poiché il rischio di danneggiare la salute mentale di qualcuno è sempre dietro l'angolo. E alcune persone – come Gómez ed Escartin – possono approfittare della loro posizione e sfruttare i sogni degli allievi per il proprio guadagno, lasciando orribili cicatrici e portando avanti i loro sporchi affari per anni, come in questo caso.

Coixet sceglie di utilizzare due strumenti principali per il suo pezzo di non-fiction. Il film presenta una serie di interviste a teste parlanti, in cui tutte le donne coinvolte vanno dritte al punto e parlano di come i due insegnanti le abbiano manipolate e si siano comportati in modo inappropriato, insieme ad alcune sequenze costituite da filmati d'archivio – spesso in bianco e nero – e rese più disturbanti dall'inquietante colonna sonora di Chop Suey. Tale partitura contribuisce a rendere l'atmosfera fortemente “sessualizzata” costruita dai due insegnanti, dove il contatto fisico e gli esercizi teatrali servivano loro da pretesto per approfittare dell'innocenza delle giovani donne.

È particolarmente doloroso vedere quanta indifferenza ci fosse all'interno dello stesso ambiente, in particolare da parte dei ragazzi della scuola di recitazione, che nella maggior parte dei casi consideravano tutto uno scherzo e non riuscivano a decifrare le grida di aiuto delle loro colleghe. Le storie delle ragazze contenevano tutte dettagli che suggerivano che qualcosa andasse storto, per non dire altro, ma ciononostante, ci sono voluti 17 anni prima che i primi crimini venissero denunciati ufficialmente, e questo è accaduto solo perché le donne sono riuscite a parlare, nonostante il loro comprensibile senso di paura e di vergogna.

In definitiva, il documentario di Coixet è un commovente cri de coeur contro gli abusi e una parte importante del processo di guarigione di queste donne. Detto questo, la giustizia non è stata in grado di proteggere le nove vittime, poiché i crimini dei due insegnanti sono rimasti impuniti. Entrambi conducono la propria vita indisturbati. Gómez, in particolare, ha rifiutato di essere intervistato dal team del film e si è trasferito in Brasile, dopo aver ricevuto un generoso compenso di 59.000 euro a seguito del suo licenziamento.

El techo amarillo è prodotto da Miss Wasabi. The Open Reel cura le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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