08/05/2023 - Nel suo primo lungometraggio Christian Einshøj racconta la tragedia che sta lentamente dilaniando la sua famiglia e il tentativo di salvare qualcosa che sembra perduta da tempo

The Mountains è il debutto alla regia di Christian Einshøj, regista danese autore di diversi cortometraggi e montatore di numerosi lungometraggi. Descritto dall'autore come un "autoritratto familiare" in una didascalia introduttivo, rafforzata da una dedica ai genitori e ai fratelli prima dei titoli di coda, il film è anche una specie di mistero, una ricerca da parte del protagonista per riconciliarsi e per affrontare le perdite del passato.

Il film è stato presentato in anteprima al CPH:DOX a marzo, dove ha ottenuto una menzione d'onore per il premio POLITIKEN:DOX, mentre la sua prima internazionale si è svolta parallelamente a Visions du Réel e Hot Docs. In quest'ultimo festival, il film ha ottenuto due premi nel concorso internazionale: il premio principale per il Miglior documentario internazionale di lungometraggio e il premio per il Regista internazionale emergente (leggi la news).

La famiglia del regista si è trasferita dal Paese natale, la Danimarca, alla Norvegia per motivi di lavoro del padre Søren, un uomo d'affari, e lì è stata poi colpita da una tragedia. Il terzo figlio, Kristoffer, era nato con una grave malattia e le sue condizioni, le cure mediche e la morte finale hanno impedito alla famiglia di tornare in patria. L'ombra della tragedia ha colpito in modo diverso i genitori, Christian, il fratello Frederik e anche il fratello più piccolo, Alex, nato dopo la morte di Kristoffer, e questa crisi familiare, di cui si parla raramente, si era trasformata in una crisi coniugale e identitaria quando il padre aveva perso il lavoro e i fratelli si erano allontanati da casa.

Questo è il punto di partenza del documentario di Christian, composto da materiale fotografico e video proveniente dall'archivio di casa sua e da materiale filmato di recente, registrato durante la sua ricerca, e con la sua stessa voce fuori campo. Il documentario si apre con un'inquadratura di sé stesso e dei suoi fratelli in tenuta da supereroi sullo sfondo di montagne di una bellezza mozzafiato nella zona polare norvegese, che si descrivono come Batman in una missione disperata per recuperare qualcosa perduto. Quello che è andato perduto è la vicinanza e persino la comunicazione tra i membri della famiglia, che hanno affrontato la morte di Kristoffer in modi diversi, come già detto. Nel corso di quattro capitoli, apprendiamo che il padre si teneva occupato con il lavoro nei giorni normali e in era continuo movimento durante le vacanze; che Frederik, dopo il fallimento del suo matrimonio negli Stati Uniti, si è dedicato al lavoro; e che Alex non si è mai considerato pienamente parte della famiglia, rifiutandosi persino di parlare la lingua usata in casa.

All'inizio Einshøj stabilisce un certo tono di contrasto tra l'ambiente apparentemente idilliaco della natura e una vita familiare appagata, da una parte, e il tumulto interiore che si impossessa dei membri della famiglia separatamente, dall’altra, e lo mantiene fino al capitolo finale del film. La commistione tra il materiale casalingo girato con attrezzature non professionali e in uno stretto formato 4:3 e le nuove riprese, in un nitido digitale e in widescreen, è fluida grazie al montaggio del regista stesso e alla voce fuori campo quasi costante che funge da tessuto di connessione del film. L'atmosfera è anche creata dalla colonna sonora elettronica downtempo di Toke Brorson Odin, che a volte gioca con influenze a 8 e 16 bit. In fin dei conti The Mountains è un pezzo sincero di storia familiare, un documentario realizzato in modo veramente brillante e un potente promemoria del fatto che la comunicazione è fondamentale per far sì che una famiglia resti unita mentre affronta una tragedia.

The Mountains è una produzione danese di Made in Copenhagen. CAT&Docs si occupa delle vendite internazionali.

(Tradotto dall'inglese)