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CANNES 2023 Semaine de la Critique

Critique : L'estate di Cléo

di 

- CANNES 2023: Il primo lungometraggio da solista di Marie Amachoukeli è un racconto molto toccante e delicato del profondo legame tra una bambina francese e la sua tata capoverdiana

Critique : L'estate di Cléo
Louise Mauroy-Panzani e Ilça Moreno Zego in L'estate di Cléo

"È la mia canzone - Le canzoni sono per tutti". A quasi sei anni, le percezioni, le sensazioni, l'osservazione, l'ascolto, la comprensione di sé e dell'universo degli adulti emergono spesso in un territorio ben marcato e incanalato, quello della vita quotidiana dei bambini, dalla casa alla scuola, dal parco al bagno, dai giochi ai disegni. Tuttavia, le loro emozioni possono assumere proporzioni tanto più considerevoli, di una violenta sincerità istintiva, quanto più sfuggono ai codici sociali delle situazioni. È questa pura alchimia che Marie Amachoukeli (co-regista di Party Girl [+leggi anche:
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, Caméra d'or nel 2014) ha deciso di esplorare con il suo bellissimo primo lungometraggio da solista, L'estate di Cléo [+leggi anche:
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, presentato in apertura della 62a Semaine de la Critique del Festival di Cannes.

Non ho altro che ricordi con te". Figlia unica senza una madre nei paraggi, Cléo (Louise Mauroy-Panzani) condivide la sua esistenza di bambina lionese con la tata capoverdiana Gloria (Ilça Moreno Zego), in presenza-assenza di un padre concentrato sul lavoro (Arnaud Rebotini). È un periodo di risate, di giochi col pallone, di inseguimenti e di ferite che vengono spazzate via per consolazione... Tra la bambina e la tata è osmosi, la felicità delle piccole cose e degli abbracci. Ma un fulmine nella vita di Gloria spazza via tutto: "Oggi è morta mia madre, devo partire, tornare a casa, nella mia isola, occuparmi dei miei figli, non tornerò". Una separazione dolorosissima per Cleo che poi costringe il padre ("mi manca e mi hai mentito") a mantenere una promessa: mandarla da Gloria per le vacanze. Eccola quindi approdare a Capo Verde (un altro pianeta per una bambina così piccola) e nel cuore della famiglia di Gloria ("da te è tutto così  piccolo"), la cui figlia Fernanda (Abnara Gomes Varela) sta per partorire e il cui giovane figlio César (Fredy Gomes Tavares) si rivela piuttosto poco accogliente...

Marie Amachoukeli usa tocchi delicati per creare una storia di grande accuratezza, commovente in modo naturale (senza mai essere eccessivamente emotiva) e ispirata alla semplicità con cui si possono isolare i momenti essenziali, a volte i più tenui: un gesto, uno sguardo, una situazione ordinaria che risuona internamente. Girato il più vicino possibile ai personaggi, questa radiografia ultra-sensibile degli stati d'animo di una bambina che scopre il mondo (senza misurarne tutta le problematiche) e scopre di non essere al centro del mondo, distilla un fascino al tempo stesso molto controllato e molto chiaro. Un successo che deve molto ai suoi due interpreti principali e che offre anche intermezzi onirici in animazione per ricordarci che nell’infanzia l'inconscio e la realtà si uniscono e si fondono in una fantasia coloratissima che, come il mare di Capo Verde, è in perenne movimento.

L'estate di Cléo è prodotto da Lilies Films e venduto da Pyramide International.

(Tradotto dal francese)

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