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CANNES 2023 Semaine de la Critique

Recensione: Le syndrome des amours passées

di 

- CANNES 2023: Ann Sirot e Raphaël Balboni si cimentano con gioia nella commedia romantica, trasgredendo allegramente i codici e mettendo ancora una volta in scena il loro gusto per la costrizione

Recensione: Le syndrome des amours passées
Lucie Debay e Lazare Gousseau in Le syndrome des amours passées

Rémy e Sandra si amano. Si vedrebbero felici, con molti figli. O almeno uno. Solo che i loro corpi faticano a realizzare questo desiderio, almeno dal punto di vista biologico. Fortunatamente, il Congresso Mondiale dei Ginecologi ha appena rivelato una sindrome nuova di zecca, per la quale ha elaborato una cura radicale che potrebbe dare i suoi frutti: per liberarsi dalla "sindrome degli amori passati" che sembra colpirli, Rémy e Sandra dovranno tornare a letto con tutti i loro ex. Le syndrome des amours passées [+leggi anche:
trailer
intervista: Ann Sirot e Raphael Balboni
scheda film
]
, il nuovo film di Ann Sirot e Raphaël Balboni, selezionato in proiezione speciale alla 62ma Settimana della Critica del Festival di Cannes, parte da qui.

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Naturalmente, la situazione si complica rapidamente quando Rémy e Sandra si rendono conto di non essere del tutto uguali per quanto riguarda la loro tabella di caccia sessuale e sentimentale – una tabella che, peraltro, prende la forma di un fregio luminoso sullo schermo, adornato di polaroid e commenti che punteggiano la narrazione. E questo susseguirsi di avventure extraconiugali consensuali non avrà lo stesso effetto sull'uno e sull'altra, tra stanchezza ed emancipazione.

Sirot e Balboni stravolgono il genere e i codici, divertendosi con malizia a ripensare la commedia romantica, tornando a un processo creativo a loro caro, quello della costrizione. Costretti da una premessa di base fantasiosa (andare a letto con persone diverse dal proprio partner per riuscire a farsi una famiglia), costretti da un motivo estetico ludico e onirico (scene di sesso fantasticate come piccoli tableaux poetici), costretti da una forma scandita dal montaggio jump cut e dalla frontalità dei long take.

Questo gusto per le ellissi e i jump cut è molto efficace quando si tratta di condividere l'intimità della coppia o degli amanti, le conversazioni in cui si gira in tondo invece di arrivare al punto, lasciando brillare i silenzi, quelli in cui si annidano l'amore e la complicità, in cui affiorano le risate, ma anche la commozione. Ci era stata promessa una commedia romantica e i termini del contratto sono stati rispettati, si piange un po', si ride molto e, soprattutto, si è felici di questa mossa coraggiosa: osare un feel-good movie con un lieto fine trasgressivo che rivisita gioiosamente l'immagine della famiglia perfetta.

Per interpretare Rémy e Sandra era necessaria una coppia piena di buona chimica. È il caso di Lazare Gousseau e Lucie Debay, poiché alla natura comica del primo risponde la natura ridente e analitica della seconda. Messi a nudo tanto letteralmente quanto simbolicamente dall'impianto comico creato dai registi, i due animano con naturalezza e malizia questi piccoli giochi d'amore, la cui complementarietà trova un'eco riuscita nei numerosi personaggi secondari che incontrano sul loro cammino, nonché nella colonna sonora originale, in leggero equilibrio tra musica barocca ed elettronica.

The (Ex)perience of Love è prodotto da Hélicotronc (Belgio) e coprodotto da Tripode Productions (Francia). Le vendite internazionali sono curate da Be For Films.

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(Tradotto dal francese)

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