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CANNES 2023 Cannes Première

Recensione: Le temps d’aimer

di 

- CANNES 2023: Katell Quillévéré fa rivivere la tradizione del melodramma abbracciando diversi decenni del dopoguerra e raccontando come l'amore può superare la vergogna e le bugie

Recensione: Le temps d’aimer
Vincent Lacoste e Anaïs Demoustier in Le temps d’aimer

"Non ho il diritto di essere felice, lo sento". Un'eroina con un passato gravoso viene catapultata dal destino su una spiaggia dove incontra un uomo altrettanto tormentato. La loro è una relazione che prende forma sotto gli occhi di un bambino, una vita comune molto particolare che inizia alla fine degli anni '40 e si adatta agli eventi dei decenni successivi. Questa è la storia di Le temps d’aimer [+leggi anche:
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di Katell Quillévéré, presentato in anteprima al Festival di Cannes, dove la cineasta francese, intensa, romanzesca e romantica aveva già presentato Un poison violent [+leggi anche:
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Kairos e Chronos, due delle tre sfaccettature greche del tempo che evocano rispettivamente "l'opportunità che bisogna saper cogliere" e il presente, vengono furtivamente citati nel film. Madeleine (Anaïs Demoustiers) e François (Vincent Lacoste) colgono l'occasione di amare quando si incontrano per caso in riva al mare. In apparenza, però, non hanno nulla in comune, soprattutto la loro estrazione sociale. Madeleine è una cameriera, François, rampollo di una ricca famiglia industriale del nord della Francia, sta preparando una tesi in archeologia a Parigi. Ma entrambi nascondono un segreto vergognoso di cui Madeleine non tarda a liberarsi: suo figlio Daniel, di cinque anni, è frutto di una fugace relazione nel 1944 con un ufficiale tedesco, poi partito per il fronte orientale; la sua testa è stata rasata dopo la Liberazione e lei è stata ripudiata dalla famiglia. Per quanto riguarda François, ci vuole un po' più di tempo per scoprire la sua verità.

Ad ogni modo, i due si sposano e Daniel viene ufficialmente adottato. Il bambino sente tuttavia che un mistero aleggia intorno al padre biologico, che non ha identità e che gli viene detto essere morto. Questi dubbi lo accompagnano fino ai 18 anni, quando la vita di Madeleine e François prende una nuova piega, prima gestendo una sala da ballo a Chateauroux negli anni Cinquanta (popolata da soldati di una base americana) e poi una vita più borghese a Parigi nei primi anni Sessanta. Il tempo passa, l'amore si evolve, una bambina si aggiunge alla famiglia, ma l'equilibrio è fragile...

Girato con la camera a spalla in ambienti naturali, il film adotta un approccio estremamente sensibile e controllato per offrire una variazione modernizzata e quasi naturalistica dei melodrammi classici. Dedicando la stessa attenzione a ciascuno dei suoi protagonisti (brillantemente interpretati), Katell Quillévéré realizza un'opera abile e rara, che abbraccia tre periodi temporali (preceduti da un prologo di materiale d'archivio e seguiti da un epilogo nella confortante tradizione dei migliori film di questo genere). Un racconto in cui la felicità cammina sul filo degli abissi, spinta da un desiderio come quello espresso da Stefan Zweig in Amok: "È solo attraverso la passione che conoscerai il mondo che ti circonda! Perché dove abbondano i segreti, inizia anche la vita".

Prodotto da Les Films du Bélier e da Les Films Pelléas, e coprodotto da France 2 Cinéma, Gaumont, Pictanovo e i belgi di Frakas Productions, RTBF, VOO, Be TV e Beside Productions, Le temps d’aimer è venduto nel mondo da Charades.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 21/05/2023: Cannes 2023 - Along Came Love

9 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Katell Quillévéré, Anaïs Demoustier, Vincent Lacoste, Morgan Bailey, Paul Beaurepaire
© 2023 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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