25/05/2023 - CANNES 2023: Benoît Magimel e Juliette Binoche condividono il loro amore per la gastronomia e formano un duo sentimentale in cucina, in questa ricetta al tempo stesso originale e classica di Tran Anh Hung

Juliette Binoche e Benoît Magimel in La passion de Dodin Bouffant

Consommé, rombo, costata di vitello selezionata, omelette norvegese. No, non siete in un ristorante gourmet, anche se seguiranno innumerevoli dettagli che stuzzicheranno le papille gustative di affamati e buongustai, bensì nel nuovo film di Tran Anh Hung, La passion de Dodin Bouffant, offerto quasi come dessert in concorso al 76° Festival di Cannes. Il film è in netto contrasto con Club Zero [+leggi anche:
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intervista: Jessica Hausner
scheda film], proiettato due giorni prima, con i suoi adolescenti che smettono di mangiare per amore dell'umanità e presumibilmente del proprio organismo. 

Sembra quindi che la corsa alla Palma d'Oro stia giocando al gioco tesi-antitesi, perché qui si tratta della gioia assoluta di preparare e gustare i piatti più sofisticati: le verdure appena colte arrivano dall'orto, le padelle sfrigolano, i gamberi vengono filtrati fino al nettare, i circuiti di preparazione delle salse sfidano la comprensione dei neofiti, e apprendiamo persino, tra le tante lezioni di cucina, che un fisico americano ha scoperto che l'uovo sbattuto forma una barriera protettiva naturale per il gelato. Per non parlare poi dei vini che accompagnano queste delizie, i cui destinatari sospirano estasiati mentre gastronomi esperti sfoderano i piatti più succulenti e li sviscerano con le parole degli specialisti e degli storici della gastronomia, evocando figure mitiche del mestiere come Antonin Carême ("il re dei cuochi e lo chef dei re") e Auguste Escoffier. Ma attenzione: contrariamente alle apparenze, e alla prima mezz'ora dedicata esclusivamente al valzer in cucina della preparazione di un pasto, non si tratta di un documentario, visto che ai fornelli ci sono Juliette Binoche e Benoît Magimel.

"Tenete a mente questo sapore, dovrete confrontarlo con quello che avrà dopo la chiarificazione". A metà del XIX secolo, nella cucina del castello di Dodin Bouffant (Magimel), soprannominato "il Napoleone dell'arte culinaria", il felice perfezionismo è al suo apice sotto la guida di Eugénie (Binoche), una cuoca eccezionale, braccio destro di Dodin e sua amante da molti anni. Il cibo viene tagliato, schiacciato, fritto, filtrato, mescolato, cucinato e ricucinato fino a eliminare tutte le impurità, ma viene anche assaggiato (con le giovani assistenti Bonnie Chagneau-Ravoire e Galatea Bellugi) prima di essere servito al piano superiore alla ristretta cerchia di amici gastronomi di Dodin (Emmanuel Salinger, Patrick d'Assumçao, Fréderic Fisbach e Jan Hammenecke). La filosofia del luogo è che "la scoperta di un piatto è una gioia molto più grande per l'umanità della scoperta di una stella". Ma Dodin si trova presto di fronte a una sfida: rispondere a un invito e a un pasto pantagruelico di alta gamma orchestrato dagli chef al servizio del principe dell'Eurasia con un semplice pot-au-feu, come simbolo della cucina francese. E Eugenie inizia a soffrire di disturbi preoccupanti... 

La passion de Dodin Bouffant, tratto dal romanzo di Marcel Rouf del 1924 "La vie et la passion de Dodin-Bouffant, gourmet", è un film sull'amore, l’amore totale per la cucina filmata e discussa nei minimi dettagli, e l'amore tra i due (eccellenti) protagonisti. L'armoniosissimo Tran Anh Hung firma un lungometraggio relativamente audace (menzione speciale per l'ottima fotografia di Jonathan Ricquebourg) che rispedisce all'età della pietra i tanti programmi di cucina che hanno spopolato in televisione. Un film molto speciale, la cui miscela di classicismo romantico e immersione gastronomica farà senza dubbio il giro del mondo come degno emissario della cultura e del "soft power" francese.

Prodotto da Curiosa Films, La passion de Dodin Bouffant è coprodotto da France 2 Cinéma, dai belgi di Umedia e da Gaumont, che guida le vendite internazionali.

(Tradotto dal francese)

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Tran Anh Hung, Benoît Magimel, Juliette Binoche
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