CANNES 2023 Proiezioni di mezzanotte
Recensione: Omar La Fraise
di Marta Bałaga
- CANNES 2023: Il film di Elias Belkeddar candidato al titolo di film più strano del festival è, in definitiva, una storia d'amore davvero tenera

Come ha fatto Omar la Fragola a diventare, appunto, Omar la Fragola? Chi lo sa. Le teorie sono tante e varie perché l'uomo in questione è il gangster che tutti temono, l'icona di tutti i peccatori con le dita appiccicose. Ma anche le icone vengono acciuffate, e condannate. A 20 anni, almeno in Francia. Ma per Omar c'è una via d'uscita. Date le sue origini, se rimane ad Algeri e impara a essere discreto, non avrà problemi. Può anche portare con sé il suo migliore amico, Roger.
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scheda film], presentato a Cannes tra le proiezioni di mezzanotte, è in realtà una storia d’amore, nonostante non lo renda così esplicito. Ma non una storia d'amore tra Omar e Samia, un'adorabile signora senza peli sulla lingua che incontra in una pasticceria, dove apparentemente si incontrano i gangster decaduti. La vera questione è il legame, l'amicizia, l'amore tra i cinquantenni Omar e Roger, interpretati rispettivamente da Reda Kateb e Benoît Magimel. Sono amici che restano uniti nella buona e nella cattiva sorte, soprattutto in quella cattiva, molto cattiva. Ma loro non si lamentano, perché è quello che succede. E poi si parla di cosa mangiare.
Questi due attori sembrano divertirsi un mondo. Kateb sembra un Vincent Vega particolarmente confuso, mentre Magimel è a suo agio nella loro enorme villa (è buffo che cucini in quasi tutti i suoi film a Cannes, anche ne La Passion de Dodin Bouffant [+leggi anche:
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scheda film]). Ogni volta che sono insieme, senza fare nulla, con quella sensazione di malinconia, è uno spasso. Il che purtroppo significa anche che l'introduzione di una storia d'amore decisamente sottotono con la Samia di Meriem Amiar si ritorce contro il film. Omar non ha davvero bisogno di un altro interesse amoroso: in un certo senso, ne ha già uno, anche se strettamente platonico.
Belkeddar è un regista relativamente nuovo arrivato - prima di questo film ha co-sceneggiato Athena [+leggi anche:
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intervista: Romain Gavras
scheda film] - ma è straordinariamente efficace. Questo è un film ben fatto. Riesce anche a creare un intero universo, mostrando Algeri praticamente da ogni angolazione. C’è un certo affetto nei confronti della comunità, chiaramente, ma è interessato soprattutto ai truffatori. Quasi tutti quelli che ritrae sono violenti o imbroglioni, in un modo o nell'altro, e quasi non ci si fa caso.
Questo senso del luogo è un valore aggiunto. Il film non sembra mai una ennesima copia carbone dei gangster movie, quelli che tutti vorrebbero fare da quando hanno scoperto Guy Ritchie. Omar La Fraise non seduce con una trama complessa ma con la sua atmosfera, il suo umorismo bizzarro, con i passi di danza di Magimel. E con questo duo di fuggiaschi psicotici che fanno a botte senza motivo e poi si ingozzano di pasticcini.
Omar La Fraise è prodotto dalle francesi Iconoclast Films, Chi-Fou-Mi Productions e 2Horloges Production, in coproduzione con StudioCanal e France 2 Cinéma.Le vendite internazionali sono curate da StudioCanal.
(Tradotto dall'inglese)
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