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CANNES 2023 Proiezioni speciali

Recensione: Little Girl Blue

di 

- CANNES 2023: Mona Achache ci regala un film avvincente sul processo di elaborazione del lutto, con tutti i suoi difetti, ma con una spruzzata di profumo

Recensione: Little Girl Blue
Marion Cotillard in Little Girl Blue

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intervista: Mona Achache
scheda film
]
, la regista franco-marocchina Mona Achache ha realizzato un curioso docudrama ibrido, una documentazione molto personale della madre Carole, selezionato negli Special Screenings del Festival di Cannes. A partire da una nota profondamente cupa, con la morte di Carole per suicidio nel 2016, la figlia e regista, rimasta con una miriade di scatola di appunti, lettere, nastri e fotografie, inizia a immaginare di ricostruire il percorso di vita della madre, tutto documentato e presentato come un'unica opera, mostrando il processo e il risultato.

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Achache proviene da un lignaggio creativo che risale a Henri Bergson e a Marcel Proust (nessuno dei quali viene mai menzionato nel film; ci sono molte altre questioni da affrontare). Sua nonna, Monique Lange, era una scrittrice prolifica, che lavorò anche come editor per Gallimard e interagì con personaggi del calibro di William Faulkner, Marguerite Duras, Marcel Camus e Jean Genet. Quest'ultimo divenne un amico intimo ma problematico, che oltrepassò drammaticamente certi limiti, tra cui abusare della figlia di Monique e della madre di Mona, Carole, in giovane età, più o meno con l'"approvazione" di Monique. Achache intercala queste rivelazioni con alcune belle riprese nostalgiche di locali apparentemente spensierati di Saint-Germain negli anni '50, aggiungendo ulteriori sfumature oscure.

L'attenzione principale, naturalmente, è rivolta a Carole stessa, che ha vissuto il suo momento durante il periodo delle proteste del 1968, intraprendendo un viaggio selvaggio e, a volte, distruttivo, in parte come risultato dello spirito permissivo di quegli anni, in parte a causa del suo passato problematico. Un po' alla volta, quelle pile di scatole vengono esaminate, con foto e appunti appesi al muro come in una fiction poliziesca, o ordinati in mucchi su un largo pavimento. Ci sono alcune inquadrature davvero sorprendenti, in cui sembrano quasi installazioni artistiche.

La pièce de résistance della documentazione di Achache è una vera e propria installazione in sé, perché viene coinvolta un'attrice per rievocare fisicamente Carole - nientemeno che Marion Cotillard. In una scena che sicuramente entrerà negli annali del cinema francese del 2023, vediamo la Cotillard ricevere gli abiti e gli accessori di Carole, tra cui maglietta, jeans, occhiali e persino profumo e, liberatasi dei propri abiti, indossare il tutto. Da quel momento in poi, Marion è Carole, con tutti i suoi difetti, sottolineati da una spruzzata di profumo (e in alcuni momenti mimando le parole di Carole tratte da registrazioni su nastro), che ci trasportano ulteriormente negli eventi passati. Little Girl Blue, che prende il titolo da una canzone di Janis Joplin che possiamo ascoltare nel film, è un momento non ortodosso ma appropriato del processo di elaborazione del lutto, profondamente personale per Achache e avvincente per lo spettatore, a cui viene permesso di entrare in queste stanze private. Si intravedono anche diverse storie di fondo, che meriterebbero un film tutto loro. È stato solo l'inizio di un nuovo viaggio, questa volta intrapreso dalla figlia di Carole, anziché dalla madre di Mona?

Little Girl Blue è prodotto dalla francese Les Films du Poisson e la belga Wrong Men. Le vendite internazionali sono curate da Charades.

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(Tradotto dall'inglese)

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