Recensione: Mars Express
- Jérémie Périn esplora con successo i confini tra fantascienza e thriller poliziesco in un'emozionante opera prima ambientata sullo sfondo dell'intelligenza artificiale e della colonizzazione marziana

"Alcuni dei miei studenti affittano i loro cervelli ai coltivatori di cervelli, ma se finiscono per duplicarli avremo seri problemi". Benvenuti all'inizio del XXIII secolo e in Mars Express [+leggi anche:
trailer
intervista: Jérémie Périn
scheda film], l'ottimo primo lungometraggio del regista francese Jérémie Périn, che è stato presentato al Cinéma de la Plage del Festival di Cannes e questa settimana partecipa al concorso ufficiale del 42° Festival del cinema d’animazione di Annecy.
Da qualche mese, gli sbalorditivi progressi dell'intelligenza artificiale sono motivo di preoccupazione per i media, gli industriali e i politici. Quanto alla potenziale colonizzazione di altri pianeti per portare via di nascosto gli esseri umani da una Terra in via di autodistruzione climatica, questo classico della fantascienza sta ora alimentando le fantasie e gli obiettivi tecnologici di alcune delle persone più ricche del mondo. Intrecciando questi due argomenti ed estrapolando dati scientifici moderni e consolidati, Jérémie Périn e il suo co-sceneggiatore Laurent Sarfati hanno creato un'ambientazione e una storia affascinanti e futuristiche, perché finalmente totalmente plausibili. Ci troviamo nel cuore di Noctis, una colonia a cupola su Marte con reti stradali, veicoli a guida autonoma, trasmissione telepatica in realtà virtuale di suoni, immagini e dati, droghe molecolari, assunzione di cervelli, linguaggi informatici Babel+ e Hegel 7, acquisizioni di software e, soprattutto, una miriade di androidi multiuso, tra cui "i salvati" (persone morte riportate in vita elettronicamente), "gli aumentati" (le cui capacità sono decuplicate) e i primi robot "organici". Droidi che alcuni vogliono liberare e che altri osteggiano totalmente a causa di una sanguinosa ribellione avvenuta qualche anno prima a Novigrad.
Al centro del racconto ci sono la detective privata Aline Ruby (alcolista in astinenza) e il suo compagno di squadra Carlos Rivera (morto cinque anni prima e ora androide modello Vigil 3L1). Stanno indagando sulla scomparsa di June Chow, una studentessa al secondo anno di cibernetica al campus di Alan Turing e ricercata per pirateria, in particolare accusata di aver "hackerato" un robot. Un'indagine, per volere del ricchissimo uomo d'affari Roy Jacker, che porta alla luce una serie di sorprese e il cui esito ha il potere di cambiare tutto a Noctis...
Giocando abilmente con i codici del cinema noir e incorporando colpi di scena che si susseguono a ritmo serrato (trappole, arresti, viaggi nello spazio, interrogatori, inseguimenti, ecc.), Mars Express raggiunge il perfetto equilibrio tra intrattenimento esotico e una base filosofico-esistenziale che risuona con le questioni contemporanee. È un mix che si esprime attraverso una grafica sofisticata (ma mai ostentata) e un realismo spoglio, che testimonia l'influenza ben digerita dell'animazione giapponese e della cultura manga, nonché dei fondamenti della fantascienza alla Isaac Asimov. È un'avventura cinematografica europea, che riesce a rappresentare il "Santo Graal degli emancipatori" trovando un percorso personale nell'oceano altamente referenziato dell'animazione futuristica.
Prodotto da Everybody on Deck e coprodotto da Je suis bien content, EV.L Prod, Plume Finance, France 3 Cinéma, Shine Conseils, Amopix e Gebeka Films (che guiderà l’uscita francese il 22 novembre prossimo), Mars Express è venduto da mk2 Films.
(Tradotto dal francese)
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.