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BRIFF 2023

Recensione: Une jeunesse italienne

di 

- Mathieu Volpe dipinge un ritratto sfumato e personificato della migrazione economica Sud/Nord attraverso il singolare viaggio di Sokuro, un giovane burkinabé che vive in Italia e sta per sposarsi

Recensione: Une jeunesse italienne

Dopo l'anteprima mondiale al Festival dei Popoli di Firenze, Mathieu Volpe presenta il suo primo lungometraggio documentario, Une jeunesse italienne [+leggi anche:
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scheda film
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, nel Concorso nazionale del Festival Internazionale del Film di Bruxelles. Con questo titol prosegue la riflessione avviata con il cortometraggio Notre territoire, che raccontava in prima persona il suo ritorno in Italia, a Rignano, diventato un ghetto in cui si riunisce un gran numero di migranti provenienti dal Nord e dal Sud Africa.

In Une jeunesse italienne ritrova Sokuro, un burkinabé di 25 anni che ha conosciuto qualche anno prima, quando ha sposato Nassira in patria. Per il giovane, questa unione segna il desiderio di tornare alle tradizioni ancestrali e di ricollegarsi alla sua cultura d'origine. Per la giovane donna, invece, rappresenta la speranza del sogno europeo, l'Eldorado fantasticato da molti ma raggiunto da pochi. Così Sokuro lotta: lavora in fabbrica, fa gli straordinari, mette da parte il suo magro guadagno, lo conta e lo riconta prima di spedirlo a casa alla sua futura moglie, senza dimenticare di contribuire alla gestione della casa di famiglia in Italia, dove il padre fatica a sbarcare il lunario e a pagare l'istruzione del fratello minore. Il denaro è la spina dorsale della guerra. Si insinua ovunque, invadendo la vita intima, sentimentale e familiare del giovane. Come si può parlare di amore quando il viverlo appieno è condizionato da contingenze economiche quasi impossibili da soddisfare? Il lavoro e il denaro sono essenziali per la felicità dei due sposi. Sono la chiave per un eventuale ricongiungimento familiare, ma anche una necessità per mantenere le apparenze a casa in Burkina.

Di fronte a questa situazione precaria, Sokuro si sente ancora più impotente e privato della sua  volontà di agire per l’obiettivo desiderato perché non è lui il responsabile dell'immigrazione. Sta pagando a caro prezzo la scelta fatta dai suoi genitori qualche anno fa. Si trova ad affrontare un altro fenomeno ricorrente, comune agli immigrati di seconda generazione, quello dello sradicamento senza colpa, senza trovare una collocazione soddisfacente nel Paese ospitante, dove la precarietà rimane la condizione quotidiana.

Mathieu Volpe ci invita a unirci a lui in un lungo viaggio. Attraverso alcuni momenti chiave della storia d'amore tra Sokuro e Nassira, ci offre un altro sguardo sull'immigrazione economica, che con la grazia dell’umanizzazione prende una piega più intima. Rimpianto, nostalgia e perdita sono i corollari che troppo spesso rimangono nell'ombra di questi esili compiuti controvoglia, per necessità più che per desiderio. Dando volti e corpi a un tema di attualità, incarnandolo e prendendosi il tempo per esplorarne la complessità, il documentario ci permette di riflettere più profondamente su aspirazioni contraddittorie ma profondamente umane, e la storia di Sokuro e Nassira si sovrappone ai resoconti dei media per arricchirli e umanizzarli.

Une jeunesse italienne è prodotto da Replica Films (Belgio), in coproduzione con Supermouche Productions (Francia) et 5e6 SPRL (Italia). Il film esce il 5 luglio in Belgio.

(Tradotto dal francese)

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