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FILMFEST MÜNCHEN 2023

Recensione: Sweet Sue

di 

- Il debutto di Leo Leigh è uno studio del personaggio dall'umorismo dark, non dissimile dall'opera del padre, che segue una single stagionata nel sinistro mondo degli appuntamenti moderni

Recensione: Sweet Sue
Maggie O’Neill in Sweet Sue

Dopo Brandon Cronenberg e Jim Loach, ecco Leo Leigh. Nell'agguerrita arena della regia cinematografica, non nascondere la propria discendenza ha i suoi vantaggi, anche se può sembrare antisportivo: quale fan di Mike Leigh non sarebbe curioso di vedere se anche la sua progenie possiede la stessa magia o lo stesso talento? La scorsa settimana al Filmfest München, nell'ambito del concorso CineVision, il pubblico ha avuto la possibilità di farlo. Ora l'obiettivo di Leigh e degli altri "nepo babies" (per dirla crudamente) è quello di realizzare un'opera abbastanza forte da rendere irrilevanti le questioni di discendenza, con il precedente del grande romanziere britannico Martin Amis, recentemente scomparso, il cui padre era Kingsley.

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Mentre negli ultimi anni Leigh padre si è dedicato in larga misura ai film d'epoca, Sweet Sue è un piacevole ritorno ai suoi primi, acerbi studi sui personaggi, qui aggiornati da Leigh figlio con dettagli interessanti sull'uso dei social media e sull'autopromozione in tempi contemporanei, segnalando in modo involontario come questa forma più caricaturale di realismo sociale britannico sia passata di moda. Sue (Maggie O’Neill), che sembra una lontana cugina della perennemente allegra Poppy (interpretata da Sally Hawkins) di Happy-Go-Lucky [+leggi anche:
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, si occupa instancabilmente del suo negozio di costumi scadenti in una strada dell'East London, mentre gli occasionali incarichi per feste in luoghi come sale parrocchiali e centri comunitari le offrono l'opportunità di fare il pieno di flute di champagne, piatti di carta per rinfreschi e, occasionalmente, di sguardi maschili di mezza età. Sebbene le sue reazioni e i suoi manierismi siano accentuati per ottenere un effetto comico, Leigh riesce a trovare un tono convincente e un mondo credibile in cui Sue possa esistere, con i riflessi rosa sbiaditi dei suoi capelli che attirano sempre l’attenzione all’interno delle lunghe e magistrali inquadrature.

Al funerale di suo fratello Pete (Paul Hilton), le esili vicende della trama si mettono in moto quando Sue nota Ron (Tony Pitts), un appassionato di moto che veste in modo accattivante come un Hell's Angel. Ferita dal favoritismo della madre (Anna Calder-Marshall) nei confronti di Pete, Sue compie un atto di ribellione durante la veglia funebre, scappando con Ron come un'adolescente innamorata. Ma la donna scopre ben presto che dietro l’apparenza di questo appassionato di Harley-Davidson c’è un'anima combattuta: l'ossessione per le moto compensa un'impotenza sessuale – in linea con la credenza popolare – mentre vengono alla luce la sua forte inclinazione per i libri e la sua personale esplorazione della fluidità di genere.

Un difetto evidente del film è che Anthony, il figlio di Ron (Harry Trevaldwyn), emerge come il personaggio più complesso. È un influencer gay molto insicuro, la cui immersione graduale nella vita di Sue fornisce la più grande tensione drammatica e carica emotiva del film, mentre una nuova famiglia patchwork viene temporaneamente messa in piedi, per poi svanire con un momento di "cringe comedy" provocato da un'esibizione di danza, piuttosto che con il tradizionale litigio a voce alta.

Invece di guardare Sue da diverse angolazioni, permettendo a ogni sfaccettatura della sua personalità di affiorare, la sceneggiatura di Leigh (sviluppata attraverso l'improvvisazione, un metodo simile a quello del padre) le concede in modo riduttivo ma virtuoso un tratto chiave della sua personalità: una naturale facilità e adattabilità in una varietà di situazioni sociali instabili, così come una capacità di perdonare. Come nei migliori lavori di Leigh padre, è fonte di piacere e sempre affascinante trascorrere il tempo in questo film, seduti sullo sgabello di un pub o sdraiati ubriachi su un divano sudicio, in compagnia di questi personaggi che vivono di vita propria. E questo è un buon indizio del fatto che Leo potrà godere di una solida carriera in futuro.

Sweet Sue è una produzione britannica guidata da SUMS Film and Media, BBC Films e Somesuch. HanWay Films gestisce le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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