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KARLOVY VARY 2023 Proiezioni speciali

Recensione: All Men Become Brothers

di 

- L'ultimo documentario creativo di Robert Kirchhoff attraversa la vita e l'eredità di Alexander Dubček, offrendo un'esplorazione sfumata dell'"icona del socialismo dal volto umano"

Recensione: All Men Become Brothers

Robert Kirchhoff, stimato documentarista e produttore slovacco noto per i suoi documentari creativi e intransigenti, tra cui, recentemente, l'esplorazione dell'Olocausto dei Rom in A Hole in the Head [+leggi anche:
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intervista: Robert Kirchhoff
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, ha presentato il suo ultimo documentario, All Men Become Brothers [+leggi anche:
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, in proiezione speciale al Festival di Karlovy Vary. Il nuovo lavoro presenta il profilo di Alexander Dubček, "icona del socialismo dal volto umano" e politico slovacco noto per il suo caratteristico sorriso caloroso, che ha ricoperto il ruolo di primo segretario del comitato centrale del Partito comunista di Cecoslovacchia. Leader della Primavera di Praga del 1968, Dubček è venerato in Slovacchia come simbolo della lotta per la democrazia. Kirchhoff esamina la vita e l'influenza di questo popolare politico dell'era comunista.

Il film ripercorre la vita di Dubček attraverso una serie di momenti critici, dagli anni della formazione in Kirghizistan alla morte prematura in un incidente stradale nel 1992. Kirchhoff mescola elementi di biopic e di saggio, viaggiando attraverso la storia della vita di Dubček, incontrando persone che lo hanno conosciuto o che hanno lavorato con lui, come l'ex primo ministro italiano Romano Prodi, e confrontandosi con coloro che forniscono un contesto o delle opinioni sui tempi in cui ha vissuto. Piuttosto che affidarsi a filmati d'archivio, Kirchhoff sceglie di filmare la maggior parte delle sue scene, attingendo occasionalmente a documenti come una discussione tra Dubček e il professor Umberto Eco.

All Men Become Brothers non è il tipico ritratto documentario. Al contrario, il film offre un discorso audiovisivo che si addentra in punti sensibili della storia e della memoria nazionale. Il suo approccio non convenzionale può sfidare chi non ha familiarità con Dubček, incorporando momenti apparentemente non correlati alla figura centrale. Il film stravolge sia la percezione accettata del protagonista che le convenzioni del documentario.

Rifuggendo dai metodi tradizionali, Kirchhoff sceglie di catturare interazioni e mix spontanei in situazioni inaspettate, piuttosto che affidarsi a filmati d'archivio e a interviste a personaggi di spicco. Il regista presenta scene atipiche, come la leggenda del documentario ceco Karel Vachek che discute di sesso e insetti fuori dalla casa di Dubček, e le prove dietro le quinte con gli attori che interpretano Dubček e Leonid Brezhnev per un progetto non ancora realizzato del regista Lordan Zafranović. Un momento particolarmente suggestivo è la registrazione di una protesta non violenta guidata dall'attivista slovacco anticomunista Peter Kalmus, che sfocia in un knockout in stile slapstick – una scena peculiare per un documentario biografico, ma che riflette innegabilmente lo zeitgeist locale.

Per il documentario, girato nell'arco di cinque anni, Kirchhoff ha raccolto 200 ore di filmati provenienti da luoghi come il Kirghizistan, la Turchia, l'Italia, l'appartamento praghese di Václav Havel e le proteste anti-COVID in Slovacchia. Questo moderno arazzo psicogeografico non idolatra né condanna Dubček, ma presenta piuttosto alcuni aspetti della sua vita, come il periodo trascorso tra gli utopisti, il coinvolgimento nella Rivolta Nazionale Slovacca e una serata critica con Václav Havel per negoziare la sua candidatura presidenziale, come un puzzle complesso e stratificato. All Men Become Brothers è un road movie che attraversa la storia e la vita di Dubček, suscitando qualche polemica tra gli ammiratori del "comunista simpatico". Esplorando la personalità che si cela sotto il simbolo, il film fa luce sulla storia della Slovacchia, sull'impatto che Dubček ha avuto su di essa e su come la giovane democrazia si è trasformata dopo la Rivoluzione di velluto, 34 anni fa. In questo senso, il documentario è un ritratto storico e attuale di un singolo personaggio e di un'intera nazione allo stesso tempo.

L'ingente materiale raccolto ha dato vita anche a uno spin-off televisivo, Alexander Dubček - Anatomy of the Jump Into the Void, prodotto per Radio and Television Slovakia.

All Men Become Brothers è prodotto dalla società slovacca atelier.doc, Radio and Television Slovakia, e la casa di produzione ceca Endorfilm.

(Tradotto dall'inglese)

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