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FILM / RECENSIONI Francia

Recensione: Juniors

di 

- Hugo P. Thomas firma un teen movie sociologico, fresco e divertente su due giovanissimi ragazzi di campagna presi nella spirale di un'enorme bugia

Recensione: Juniors
Noah Zandouche e Ewan Bourdelles in Juniors

"A nessuno importa nulla di noi. Non siamo nati nel posto giusto, non abbiamo nemmeno una mediateca da taggare". Questo luogo in cui gli adolescenti Jordan e Patrick ammazzano il tempo giocando senza sosta alla PS4, quando non sono in giro in bicicletta per i campi o a studiare l'ineludibile programma di studi del liceo locale, è la piccola città rurale (immaginaria) di Mornas, ed è in questa zona tipicamente periferica della Francia che Hugo P. Thomas ha scelto di ambientare Juniors [+leggi anche:
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, il suo secondo lungometraggio dopo Willy 1er [+leggi anche:
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(presentato nella sezione ACID di Cannes 2016), un teen movie giocoso e sociologico che uscirà nelle sale francesi il 26 luglio, lanciato da The Jokers.  

"Sei sicuro che non ci beccheranno?". Patrick (Noah Zandouche) è preoccupato, perché una combinazione di circostanze (un taglio di capelli disastroso tra amici neofiti e la successiva decisione di rasarsi completamente la testa per rimediare) ha fatto venire un'idea a Jordan (Ewan Bourdelles): se un coreano con cui gioca online pensa che abbia il cancro, potrebbero riuscire a fare un po' di soldi lanciando una campagna di crowd-funding su Twitch. Detto, fatto: registrano così un video melodrammatico in inglese ("please, help me to stay alive"). E funziona: i fondi aumentano pian piano. Ma quello che Jordan non aveva capito è che anche tutti i giovani della zona si muovono sui social media. La sua bugia viene rapidamente scoperta da tutti coloro che lo circondano (compresi gli insegnanti), a parte la madre (Vanessa Paradis), e Jordan si ritrova a recitare la parte dell'eroe che lotta contro una malattia. È un ruolo che gli piace e che lo costringe a ogni tipo di acrobazia per evitare che la verità venga a galla. Finché alla fine non viene fuori...

Juniors rispetta tutti i codici del genere con i suoi archetipi di adolescenti (i secchioni, il bullo capobranco, la ragazza disadattata, il conformismo, il desiderio di integrarsi e la goffaggine tipica di questa età, le passeggiate lungo i corridoi della scuola e gli scontri in mensa, ecc.) e gioca molto bene la carta della commedia (alternando i toni con un effetto esilarante), ma il film si eleva in ultima analisi per la sottile incorporazione dei temi dell'amicizia e dei rapporti filiali, che diventano dominanti nella parte finale del film. È una miscela inventiva e tragicomica che sfiora il surreale ("una banda di calvi", "il bazooka patator", "lezioni di educazione fisica di autodifesa estrema", ecc.) e che garantisce scrosci di risate incontenibili e una rilettura moderna, innocente e rurale, che si colloca a metà strada tra La folle journée de Ferris Bueller e Il primo bacio [+leggi anche:
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(per citare solo due dei riferimenti più evidenti). Ma soprattutto, dipinge un ritratto accattivante dell'acquario in cui si agita un'intera giovane generazione, intrappolata nel paradosso di un'esistenza morigerata, senza un futuro immediato all'orizzonte e con una totale interconnessione virtuale. Un paradosso che risuona perfettamente con un giovane protagonista dal fascino ambivalente ("Non sono un santo. Se cercate un ragazzo perfetto, non sono io. Se cercate qualcuno che impari dai suoi errori, io potrei fare al caso vostro") che è, in effetti, un'ottima rappresentazione di un regista molto più complesso di quanto possa sembrare a prima vista.

Prodotto da Baxter Films e Les Films Velvet, Juniors è venduto nel mondo da WTFilms.

(Tradotto dal francese)

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