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LOCARNO 2023 Concorso

Recensione: Patagonia

di 

- Il regista italiano Simone Bozzelli mette in scena un mondo utopico abitato da personaggi ultra sensibili che utilizzano la tenerezza come mezzo per ribellarsi contro il mondo

Recensione: Patagonia
Andrea Furto e Augusto Maria Russi in Patagonia

Simone Bozzelli, una delle promesse più elettrizzanti del cinema italiano attuale, si è fatto conoscere da pubblico e critica grazie ad una serie di cortometraggi potenti e toccanti quali Amateur e J’ador, presentati alla Settimana della critica di Venezia e Giochi, selezionato nel concorso Pardi di domani del Locarno Film Festival, ma anche grazie al seducente videoclip diventato culto Wanna Be Your Slave dei Måneskin. Il giovane regista torna a Locarno dove presenta, nel Concorso internazionale, il suo primo dirompente lungometraggio Patagonia [+leggi anche:
trailer
intervista: Simone Bozzelli
scheda film
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, un’odissea al contempo crudele e intrisa di una tenerezza che si insinua sottopelle, una testimonianza necessaria, coraggiosa ed esteticamente maestosa di un’Italia dimenticata, popolata da personaggi talmente toccanti da dare il capogiro.

Patagonia è la storia di Yuri (struggente Andrea Furto), ventenne iper protetto da una famiglia matriarcale di un piccolo paese della provincia abruzzese che decide, grazie all’incontro con l’ammaliante pagliaccio - aguzzino Agostino (strepitoso Augusto Maria Russi al suo debutto cinematografico), di emanciparsi prendendo in mano il proprio destino. Una fuga, la sua, che diventa sinonimo di indipendenza ma anche di scoperta: della propria identità e sessualità ma anche e soprattutto del ruolo che vuole interpretare, non solo durante le esibizioni in duo con Augusto, ma anche e soprattutto sul crudele palcoscenico della vita. La loro è una quotidianità nomade fatta di piccoli espedienti, di incontri fortuiti e voglia di libertà che li porta ad esplorare il Sud Italia a bordo di un camper che si ferma provvisoriamente in un campo nomade che di notte si trasforma in rave clandestino popolato da creature ibride in bilico tra paradisi lisergici e lotta per la sopravvivenza. Al centro di questa giovane umanità che ha scelto di vivere basandosi sulle proprie regole, ritroviamo Yuri e Agostino, un binomio improbabile che comincia una relazione ambigua e soffocante basata su un gioco di potere che diventa via via più intenso, cinico e crudele.

Malgrado la violenza che avvolge i due protagonisti come una cappa di fumo talmente densa da nascondere le vie di fuga, il rapporto che vivono non è privo di momenti di tenerezza che, quando appaiono, sono talmente sinceri e intensi da far dimenticare qualsiasi cosa. Patagonia non è solo la storia di una relazione sentimentale tossica basata sul rapporto tra schiavo e padrone ma anche e soprattutto un ritratto necessario di una diversità che non chiede scusa esprimendosi in tutta la sua forza distruttiva.

Chi siamo noi per giudicare? Cosa significa amare, farsi trascinare in un vortice di sentimenti che bruciano nel petto come tizzoni ardenti? I due protagonisti di Patagonia, attorniati dai loro compagni di avventure, rivendicano il diritto ad una diversità che non ambisce ad un’integrazione sociale, che non chiede scusa “comportandosi bene”. Quello che vogliono è vivere i propri sentimenti, positivi o negativi che siano, senza limiti, con la spregiudicatezza di chi non ha più niente da perdere.

Con un rispetto e una dolcezza rari, Bozzelli osserva da vicino i corpi di questi giovani dimenticati che rivendicano il diritto di esistere, di esprimere con forza la propria prorompente diversità, incuranti del giudizio di quelli che la vita la vivono rinchiusi nella prigione del perbenismo. L’Italia di Bozzelli è lontana anni luce da quella sognata dal governo Meloni, un’Italia che si nutre di sogni rotti, di paradisi artificiali e rapporti sentimentali che dell’autodistruzione hanno fatto il loro credo. Eppure, tra le macerie di questo mondo in rovina, la luce non è mai stata così brillante.

Patagonia è prodotto da Wildside in coproduzione con Vision Distribution e Rai Cinema. Vision Distribution si occupa anche delle vendite internazionali.

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