Recensione: Una sterminata domenica
- VENEZIA 2023: C’è spazio per una estetica deflagrante nel primo lungometraggio di Alain Parroni, coprodotto da Wim Wenders, che segue tre ragazzi senza meta tra la periferia e il centro di Roma

“Quanto dura ‘sta giornata?”. I tre protagonisti centennial di Una sterminata domenica [+leggi anche:
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scheda film], primo lungometraggio di Alain Parroni selezionato in Orizzonti della 80ma Mostra di Venezia, sono ragazzi del litorale romano il cui vocabolario è limitato quanto funzionale, capace di esprimere la loro condizione di disagio esistenziale prima che sociale. Alex, Brenda e Kevin (Enrico Bassetti, Federica Valentini, Zackari Delmas). Anche se “credere in qualcosa è impegnativo”, non escludono la possibilità/necessità di “mettersi a fare qualcosa”. E quando Brenda, che sta con Alex, annuncia di avere un ritardo nel ciclo, lui si convince che “è meglio essere genitori giovani e belli che vecchi e rincoglioniti”. Tra i tatuaggi sul corpo di Brenda c’è la scritta “carpe diem”, una delle più fraintese locuzioni del poeta latino Orazio, che invitava a godere della vita nel bene che essa ci dà, anche se è poco, mentre è diventato un’esortazione al vivere gioioso e senza pensieri. Anche se per quelli della generazione Z la dimensione visuale è molto più importante rispetto a quella testuale, Kevin, il più giovane del gruppo, opta per una soluzione intermedia e tagga tutti i muri che incontra con il suo nome. Da grande vorrebbe fare l’Allenatore di Pokemon.
La periferia del trio è così periferia che se ti affacci dalla finestra vedi le pecore che pascolano nel prato. Infatti Alex, Brenda e Kevin preferiscono passare la giornata su una vecchia Fiat Punto cabrio giallo maionese, spostandosi tra elementi industriali decadenti, torri-serbatoio a forma di fungo, viadotti, tralicci dell’alta tensione. Poi si allungano fino al centro della Capitale, ascoltano in lontananza papa Bergoglio che si affaccia in Piazza San Pietro in quella sterminata domenica d’estate. Se c’è qualcosa che lo sconvolge, Alex corre sulla sua moto enduro Garelli Tiger 125, torna in città e fa magari qualcosa di molto sbagliato. Al di là dell’ovvio riferimento al ménage à trois truffautiano di Jules e Jim, è difficile non pensare ad un certo cinema americano on the road degli anni Settanta.
Il film, nella cui produzione è stato coinvolto Wim Wenders, non ha un intento di denuncia sociale dichiarato, né il realismo eretico e crudo di Favolacce [+leggi anche:
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scheda film] dei fratelli D’Innocenzo. Alain Parroni è nato nel 1992 nella campagna romana, Alex, Brenda e Kevin sono suoi “fratelli minori”, al loro mondo risucchiato nello spazio virtuale di uno smartphone il regista oppone la subcultura della nonna di Brenda, fatta di saggezza popolare, magia e rituali. Accogliendo l’invito all’atto del vedere wendersiano, inquieto e mobile, il giovane regista esprime tutta l’estetica intensa e deflagrante di una realtà inondata dalla luce accecante dell’estate e dal tramonto che tinge tutto di rosso-bruno. Il suo amore per la forma si manifesta al suo massimo in certi momenti del film, come nella sequenza di fermo immagini sgranate in cui Brenda e Kevin si baciano alle spalle dei selfie dei turisti o quella in cui Alex vaga freneticamente al buio, in riva al mare, nudo e imbracciando un fucile. “Ho un luogo interno che non conoscevo” scriveva Rilke. “Ora tutto va a finire là”. I protagonisti di Una sterminata domenica non osano mettersi on the road veramente perché non saprebbero dove andare, hanno soltanto la necessità di muoversi incessantemente.
Una sterminata domenica è una coproduzione tra Italia, Germania e Irlanda di Fandango, Alcor, Art Me Pictures, Road Movies con Rai Cinema. L’uscita Italiana è prevista per il 7 settembre con Fandango. Le vendite internazionali sono a cura di Fandango Sales.
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