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VENEZIA 2023 Giornate degli Autori

Recensione: Milk

di 

- VENEZIA 2023: L’opera prima della regista olandese Stefanie Kolk accompagna una giovane donna che ha perso il suo bambino nella sua singolare elaborazione del lutto

Recensione: Milk
Aleksej Ovsiannikov e Frieda Barnhard in Milk

Partorire un bambino morto è una contraddizione insopportabile, e il solo sentirne i dettagli clinici fa venire i brividi. È ciò che avviene nelle prime sequenze di Milk [+leggi anche:
trailer
intervista: Stefanie Kolk
scheda film
]
, il primo lungometraggio della regista e sceneggiatrice olandese Stefanie Kolk, in concorso alle 20me Giornate degli Autori dell’80ma Mostra di Venezia, incentrato su una giovane donna, il cui figlio le è morto in grembo prematuramente, che si appresta a seguire le scrupolose indicazioni dei medici per avviare questo parto dei più crudeli.

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Robin (Frieda Barnhard) ha lo sguardo perso nel vuoto, così come il suo amorevole marito (Aleksej Ovsiannikov), sono storditi dal dolore. Come previsto, anche se il bambino non c’è più, il seno di Robin comincia lo stesso a produrre latte, e l’ostetrica che l’assiste le mostra come usare il tiralatte, per liberare le mammelle e alleviare il dolore, fino a quando la montata lattea non cesserà naturalmente. Ma per Robin, gettare ogni volta il latte nel lavandino diventa sempre più difficile, è come recidere il legame con suo figlio, così decide di avviare le pratiche per donarlo ad altre mamme che possano averne bisogno.

Le bottigliette di latte materno cominciano quindi a moltiplicarsi e a riempire il frigorifero della giovane coppia, a prendere il posto dei surgelati, fino a rendere persino necessario l’acquisto di un altro congelatore. A un certo punto, però, un intoppo burocratico impedisce a Robin di portare a termine la sua missione. Cominciano allora le ricerche su internet, i contatti con i gruppi dedicati, le telefonate con donne potenzialmente interessate al suo latte, nonostante l’infezione che la giovane donna ha avuto alcuni anni prima e che per legge le vieterebbe di donare il suo latte, malgrado sia del tutto sano. Robin non molla, è evidente che ha bisogno di questo – di donare e di aiutare altre mamme – per trovare pace e superare il suo lutto. Nel frattempo, la donna frequenta anche un gruppo di auto aiuto che prescrive lunghe camminate insieme nel bosco e soprattutto il silenzio assoluto (i membri del gruppo letteralmente non si parlano), all’insegna di una condivisione del dolore discreta e rispettosa.

Il silenzio è esattamente la cifra con cui Stefanie Kolk racconta il lutto di questa madre mancata: la sua sofferenza è trattenuta, non servono parole per esprimerla, basta il suo volto a dire tutto. Semplicemente essere presenti, in certi casi, conforta più delle parole. È ciò che fa anche il marito di Robin, che partecipa al dolore di sua moglie rimanendo sempre un passo indietro, non facendole mai mancare il suo prezioso supporto nelle scelte che lei fa. I gesti e le azioni della vita quotidiana si ripetono: tirare il latte, stiparlo nel congelatore, e poi le camminate con il gruppo di supporto, le visite di parenti e amici, il senso di smarrimento del ritrovarsi a casa, in congedo dal lavoro, senza nulla da fare. A volte può sembrare che il ritmo del film rallenti troppo, ma per entrare in queste connessioni umane fatte di sguardi ci vuole tempo e anche empatia, un qualcosa che la regista dimostra di avere in abbondanza.

Milk è prodotto da Lemming Film (Paesi Bassi) in coproduzione con NTR. Le vendite internazionali sono curate dalla spagnola Bendita Film Sales.

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Photogallery 31/08/2023: Venezia 2023 - Milk

21 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Stefanie Kolk, Frieda Barnhard, Aleksej Ovsiannikov, Jules Elting, Emo Weemhoff, Zineb Fallouk
© 2023 Fabrizio & Isabeau de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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