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VENEZIA 2023 Settimana Internazionale della Critica

Recensione: Dieu est une femme

di 

- VENEZIA 2023: Andrés Peyrot segue le tracce di un film scomparso, girato negli anni '70 nel cuore di una comunità panamense da parte del documentarista francese premio Oscar Pierre-Dominique Gaisseau

Recensione: Dieu est une femme

"Oggi siete arrivati nella grande casa, la casa dei guardiani celesti", "Sono passati 47 anni, il film è andato perduto, era qui a Ustupu nel 1975". È questa la sorprendente ricerca cinefila ed etnologica che il regista svizzero di origine panamense Andrés Peyrot ha intrapreso con il suo documentario Dieu est une femme [+leggi anche:
trailer
intervista: Andrés Peyrot
scheda film
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, presentato in apertura della 38ª Settimana Internazionale della Critica dell'80ª Mostra del Cinema di Venezia. Un film di testimonianza, memoria e promessa mantenuta, intrigante e affettuoso, che solleva abilmente il velo sull'esistenza e le tradizioni della tribù Kunas, passata e presente.

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Immergersi nella vita di un villaggio dell'arcipelago di San Blas, lungo la costa caraibica di Panama, e filmare le cerimonie di iniziazione di questa società matriarcale: è questo il progetto del documentarista francese Pierre-Dominique Gaisseau, premio Oscar nel 1962 per Le Ciel et la Boue. Così, nel 1975, il regista ha trascorso un anno sul posto, accompagnato dalla moglie Kyoko e dalla figlia Akiko. A Ustupu il ricordo di questa esperienza cinematografica è ancora molto vivo, ma nessuno ha più sentito parlare del film. E per una buona ragione: non ha mai visto la luce, travolto dalle turbolenze finanziarie e definitivamente sepolto alla morte del regista nel 1997. Ma su iniziativa di Turpana, un nativo di Ustupu che ha abbandonato il suo status locale di "nele" (chiaroveggente) per diventare un illustre psicolinguista a Panama, il film è miracolosamente riemerso (prima su bobine deteriorate abbandonate negli scatoloni al Ministero della Cultura, poi due anni dopo su una copia trovata in una cantina in Francia). È un momento di riflessione per i Kunas: "Come ci vedono gli altri? Come ci vediamo noi? E a Ustupu si sta preparando una proiezione ricca di eventi...

Tessendo il suo film come una coperta cerimoniale e ricucendo abilmente passato e presente (a volte fino alla sovrapposizione), individui e gruppi, generazioni diverse, Andrés Peyrot riesce a creare suspense intorno all'indagine che porta alla misteriosa resurrezione del film originale, ma soprattutto a far luce sulla Storia (compresa la loro dolorosa lotta - ricostituita in forma di finzione - contro il potere centrale e i militari) e sulla cultura tradizionale (e fortemente mistica) dei Kunas di fronte alla modernità. Molto ben montato (da Sabine Emiliani) e musicato (da Grégoire Auger), il film naviga con variazioni intorno al suo asse centrale e sfrutta al meglio (con foto, archivi video e sonori e testimonianze oculari delle riprese del 1975) un materiale di partenza piuttosto tenue, orchestrando con sofisticata semplicità lo sfaccettato confronto tra due mondi ben distinti. E alla fine la promessa viene mantenuta (il film rinasce - "questo documentario deve rimanere per l'eternità" - e trova il suo pubblico più impegnato), mentre risuona la preghiera dei Kunas: "Spiriti protettori, vi invoco prima che il silenzio della notte copra tutta la Terra".

Prodotto dalle francesi Industrie Films e Upside Films Productions con la svizzera P.S. Productions, Dieu est une femme è venduto da Pyramide International.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 31/08/2023: Venezia 2023 - God Is a Woman

8 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Andres Peyrot, Elizabeth Wautlet
© 2023 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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