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VENEZIA 2023 Concorso

Recensione: The Beast

di 

- VENEZIA 2023: Bertrand Bonello firma un film straordinario, potente, accattivante e criptico, che naviga nei corridoi del tempo sulla scia della carismatica Léa Seydoux

Recensione: The Beast
George MacKay e Léa Seydoux in The Beast

"Ho passato la mia vita a pensare a cose di cui non posso parlare. È difficile tradurre i sentimenti in parole". L'anima, la conoscenza, la psiche, i violenti contrasti tra luce e ombra, le premonizioni, la paura, il dolore, le scelte o le non scelte, ma anche la bellezza, la ricerca di una forma di perfezione e la comprensione profonda di se stessi e del mondo: tutti questi temi, e molti altri ancora, Bertrand Bonello li aveva già esplorati nei suoi otto film precedenti, tutti caratterizzati dall'assunzione di rischi artistici e da una forma di oscura ostentazione a metà strada tra esistenzialismo e sete di trascendenza. Con The Beast [+leggi anche:
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intervista: Bertrand Bonello
scheda film
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, presentato in concorso all'80ª Mostra di Venezia, il cineasta francese ha realizzato un'affascinante ed eccezionale sintesi di tutte le sue passioni esistenzialiste ed esoteriche, creando un'opera importante che mescola favolosamente i generi e ha un'immensa ricchezza formale e concettuale che dà molto da pensare e allo stesso tempo si sforza di rimanere "accessibile" al primo sguardo, in un flusso soggiogante per lo spettatore che è incatenato alla traiettoria nel tempo della protagonista meravigliosamente incarnata da Léa Seydoux.

"È difficile conoscere i gradi della realtà", "dipende da come la si interpreta e da cosa se ne fa". Come queste due istantanee di dialogo, La Bête è tipicamente il tipo di film i cui misteri è meglio non scoprire, data la misura in cui apre le porte della percezione. Tutto quello che c'è da sapere è che la trama si muove tra tre epoche: Il 1910 e la grande alluvione di Parigi, con una donna sposata al proprietario di una fabbrica di bambole; il 2014 in California, dove un'attrice impegnata nel circuito dei casting incrocia un killer che odia le donne (direttamente ispirato al caso Elliot Rodger); e il 2044 in un mondo asettico governato dall'intelligenza artificiale, dove la cancellazione delle emozioni umane consente l'accesso a lavori migliori, quindi la possibilità di tornare alle proprie vite passate per eliminare i traumi. Tre temporalità che si intrecciano in modo circolare, risonante e sottilmente ripetitivo attorno a motivi della condizione umana: la ricerca dell'amore (il film è un adattamento molto libero de La bestia nella giungla di Henry James e anche George MacKay attraversa il tempo in tre ruoli), l'ansia per l'ignoto, il futuro e la morte.

Abbracciando appieno la natura di "esperimento molto speciale" del suo film, l'artigiano-artista Bonello mette in campo tutte le sue immense doti formali per tessere il suo frattale narrativo e dare una dimensione molto fisica e realistica a un mondo irreale, come se si cadesse in una crepa temporale, o addirittura in una fantasticheria post-mortem o in un cortocircuito di chiaroveggenza. Al tempo stesso perfettamente diretto nei suoi colpi di scena (il ritratto di una donna che danza tra il singolo e il multiplo), profondamente metafisico nelle sue suggestioni e specchio del caos organizzato che minaccia l'umanità, La Bête è un viaggio cinematografico, un'immersione ipnotica di prim'ordine in cui galleggiano gli spiriti di Lynch, Ophüls e Kubrick. E per apprezzare appieno questo straordinario gioiello, "basta chiudere gli occhi e riaprirli".

Prodotto da Les Films du Bélier con Arte France Cinéma, My New Picture, la società canadese Sons of Manual di Xavier Dolan, Ami Paris e Jamal Zeinal-Zade, The Beast è venduto da Kinology.

(Tradotto dal francese)


Photogallery 02/09/2023: Venezia 2023 - The Beast

16 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Bertrand Bonello, Nancy Grant, Justin Taurand, Elsa Jin, Julia Faure, Ron Eli Cohen, Andrea Romeo
© 2023 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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