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VENEZIA 2023 Concorso

Recensione: The Universal Theory

di 

- VENEZIA 2023: Il thriller fantascientifico di Timm Kröger è misterioso, così misterioso che si fa persino fatica a capire di cosa tratta

Recensione: The Universal Theory

L'ultimo film di Timm Kröger, The Universal Theory [+leggi anche:
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intervista: Timm Kröger
scheda film
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, è stato presentato in anteprima mondiale nel concorso principale della Mostra di Venezia di quest'anno. Il film inizia con la registrazione di una trasmissione televisiva degli anni settanta in cui il protagonista, lo scrittore ed ex scienziato Johannes Leinert (Jan Bülow), cerca di convincere gli ospiti e il pubblico che ciò che ha scritto nel suo romanzo Die Theorie von Allem (lit. "La teoria del tutto") non è finzione, ma è in realtà basato su eventi reali e su alcune scoperte concrete sul cosiddetto multiverso. Il presentatore non lo prende sul serio, suscitando le risate degli ospiti e costringendolo così ad abbandonare il programma in diretta. Successivamente, l'immagine diventa in bianco e nero e la storia si sposta nel 1962, dove vediamo Leinert accompagnare il suo supervisore, il dottor Strathen (Hanns Zischler), durante il viaggio verso un congresso di fisica che si terrà in un hotel sulle Alpi svizzere, dove uno scienziato iraniano promette di rivelare una "teoria rivoluzionaria riguardante la meccanica quantistica".

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Sebbene la premessa possa inizialmente intrigare, ciò che segue è una serie di eventi piuttosto casuali e una variegata presentazione di personaggi eccentrici, i cui ruoli rimangono avvolti nel mistero fino alla fine. Inizialmente, lo scienziato iraniano sembra essersi volatilizzato nel nulla. Successivamente, Johannes, con sorprendente rapidità, accoglie un'altra 'teoria rivoluzionaria' che appare basata sulle scoperte dello scienziato iraniano, ma solo il professor Blumberg (Gottfried Breitfuss) sembra prenderlo sul serio. Dopo una notte di eccessi, Blumberg esce da un ascensore e sembra imbattersi in un classico tunnel spazio-temporale. Il giorno successivo, il suo cadavere viene scoperto in circostanze misteriose e terribilmente deturpato da una sostanza radioattiva sconosciuta, anche se diventa presto evidente che potrebbe non essere morto. In questo contesto, fa la sua comparsa un enigmatico personaggio di nome Karin (Olivia Ross), una giovane pianista jazz che parla fluentemente il francese. Karin intrattiene conversazioni sottili e enigmatiche con Johannes, come se lo conoscesse, ma solo in parte, e talvolta sembra spaventata dalla sua presenza. Dopo una breve ma intensa storia d'amore, Karin diventa l'ossessione di Johannes, e l'intera trama oscilla tra la sua determinata ricerca di Karin e i suoi sforzi per spiegare la natura dei singolari eventi che si verificano nell'hotel e nei dintorni

Le interpretazioni sono poco ispirate, soprattutto quelle dei due protagonisti, ma è giusto dire che lavorare su questo tipo di materiale non è facile. La Ross non riesce a creare un legame empatico con il pubblico: la sua personalità e il suo passato sono così misteriosi che si rischia di perdere rapidamente interesse per il suo caso. Nel frattempo, Johannes è un tipo silenzioso ed egocentrico che, per la maggior parte del tempo, è vittima e spettatore passivo degli eventi che si susseguono.

La colonna sonora - per gentile concessione di Diego Ramos Rodríguez - è ben realizzata e riecheggia volutamente quella dei vecchi classici dei thriller degli anni quaranta e cinquanta, ma la sua presenza è invasiva e opprimente. Anche quando gli attori pronunciano battute a caso e non c'è tensione, la colonna sonora entra in scena, in modo del tutto inutile.

Nel complesso, The Universal Theory appare come un progetto eccessivamente ambizioso, che cerca di trarre ispirazione da molti classici e generi (film noir, Hitchcock e persino la serie Netflix Dark, per citarne alcuni) senza però utilizzare tutti questi riferimenti per dire qualcosa di originale o interessante. Il film racconta essenzialmente che nel 1962 è accaduto qualcosa di inquietante in quel luogo e che ha a che fare con i paradossi spazio-temporali, senza però aggiungere altro.

The Universal Theory è stato prodotto dalle case tedesche Ma.ja.de Fiction e The Barricades, quella austriaca Panama Films, e la svizzera Catpics. Charades ne gestisce le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)


Photogallery 02/09/2023: Venezia 2023 - The Theory of Everything

14 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Timm Kröger, Rajko Jazbec, David Bohun, Lixi Frank, Viktoria Stolpe, Heino Deckert, Tina Börner, Sarah Born, Jan Bülow, Olivia Ross, Hanns Zischler, Gottfried Breitfuss
© 2023 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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