Recensione: Making of
- VENEZIA 2023: Cédric Kahn firma un film diretto in modo impeccabile, molto divertente ma non privo di riflessioni sociali, sulla caotica lavorazione di un film che risuona con il suo soggetto

Il regista francese Cédric Kahn è in gran forma quest'anno: dopo l'eccellente Le Procès Goldman [+leggi anche:
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intervista: Cédric Kahn
scheda film], che ha aperto la Quinzaine des Réalisateurs di Cannes lo scorso maggio, eccolo ora fuori concorso all'80ma Mostra di Venezia con un lungometraggio completamente diverso, ma anch'esso di grande qualità. Con Making of [+leggi anche:
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intervista: Cédric Kahn
scheda film], il regista si diletta in uno stile apparentemente più leggero, immergendosi nella vena della commedia e del cinema raccontando le tribolazioni della lavorazione di un film, il tutto distillando messaggi di resistenza sulla lotta sociale e sui valori (molto contestati) del collettivo.
"Abbiamo finanziato un film con un finale molto positivo, iper ottimista. Ora, è davvero uno strazio". L’affermato regista Simon (l'impeccabile Denis Podalydès) ha appena iniziato i 48 giorni di riprese del suo nuovo film e già sorgono problemi, rappresentati dai coproduttori che pretendono una riscrittura della sceneggiatura con un nuovo finale, minacciando di annullare la loro partecipazione finanziaria in caso contrario. Peggio ancora, Simon si accorge che il suo produttore (un esilarante Xavier Beauvois) ha dato loro una sceneggiatura non sua... Ma questo non lo farà desistere dal raccontare "la vera storia di persone schiacciate dal capitalismo", quella degli operai che occupano la loro fabbrica minacciata di delocalizzazione. Le riprese continuano quindi, una spada di Damocle finanziaria sopra le teste, fino a quando i soldi iniziano a scarseggiare. Bisogna prendere decisioni radicali (con Emmanuelle Bercot come direttrice di produzione), dialogare e convincere la troupe, senza dimenticare di gestire l’ego (Jonathan Cohen) e i dubbi (Souheila Yacoub) degli attori principali, i rischi artistici e tecnici delle riprese, le complicazioni della vita privata di ognuno, la stanchezza e l'agitazione al limite dell'esplosione. Tutto questo avviene davanti alla piccola telecamera di Joseph (Stefan Crepon), un giovane pizzaiolo locale che sogna di entrare nel mondo del cinema (ha scritto una sceneggiatura) e che viene proiettato da comparsa a regista del making of del film...
Concepito come un diario di bordo in tre atti (all'inizio delle riprese, dopo tre settimane di lavoro e al 24mo giorno), il film riesce perfettamente a far incrociare in modo tragicomico i suoi tre fili conduttori (la gestione tumultuosa del set e del backstage con il regista-comandante di una nave che affonda, la traiettoria idealista dell'"innocente" alla guida del making of e il contenuto sociale stesso del film che si sta girando) che riecheggiano tra loro, allargando le prospettive e dando spessore a questo studio molto illuminante del microcosmo cinematografico. Cédric Kahn risolve così perfettamente la questione dibattuta all'inizio del suo film: "Cosa vogliono gli spettatori? Che si parli di loro con una storia catartica, oppure dimenticare le loro preoccupazioni?". Entrambe le cose, mio capitano.
Prodotto da Curiosa Films e coprodotto da France 2 Cinéma, Tropdebonheur Productions e i belgi di Umedia Production, Making Of è venduto nel mondo da Elle Driver.
(Tradotto dal francese)
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