email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2023 Orizzonti

Recensione: En attendant la nuit

di 

- VENEZIA 2023: Incisivo teen movie vampirico, il primo lungometraggio di Céline Rouzet esplora il rifiuto della diversità, la solidarietà familiare e l'ingiustizia del mondo

Recensione: En attendant la nuit
Mathias Legoût Hammond in En attendant la nuit

"Dobbiamo assolutamente sembrare il più normale possibile". Purtroppo, il conformismo sociale porta molto spesso all'ostracismo di coloro che si discostano dalla norma, con gravi conseguenze per la vita dei rifiutati e delle loro famiglie, con la tendenza a nascondersi per evitare gli sguardi e i giudizi degli altri, persino le molestie. Razzismo, xenofobia, disabilità, depressione, ecc. La cineasta francese Céline Rouzet ha scelto di utilizzare la figura mitica del vampiro come parabola ammantata nel suo primo lungometraggio, En attendant la nuit [+leggi anche:
trailer
intervista: Céline Rouzet
scheda film
]
, presentato nel concorso Orizzonti dell'80ma Mostra di Venezia. È un film con un buon equilibrio tra i generi, dal ritmo incalzante e molto ben recitato, che convince da subito, su una famiglia che da 17 anni protegge un enorme segreto: il figlio maggiore è nato vampiro.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

"In un posto vcome questo, finché fai quello che fanno tutti gli altri, sei al sicuro". Mentre attraversano il ponte (che appare tre volte nel film) che conduce alla piccola e isolatissima cittadina di periferia nel cuore della foresta dove si stabiliranno, l'adolescente Philémon (Mathias Legout Hammond) e la sua famiglia (la madre Laurence interpretata da Élodie Bouchez, il padre Georges interpretato da Jean-Charles Clichet e Laly Mercier nel ruolo della sorellina Lucie) sono molto ottimisti. Certo, le tende devono essere tirate, a Philémon deve essere assegnata la stanza esposta a nord e devono mantenere un basso profilo, ma Laurence ha soprattutto trovato un lavoro come infermiera in un centro di raccolta del sangue dove spera di poter dirottare le sacche di sangue dismesse, il che le permetterà di non doversi sacrificare per nutrire suo figlio. Ma quest'ultimo è soprattutto un adolescente che sogna di essere come gli altri (e di entrare nel gruppo giovanile locale capeggiato da Charles - Louis Peres), pieno di desiderio di emancipazione ("perché mi avete messo in questa situazione?") e di amore per la bella vicina Camilla (Céleste Brunnquell). Una sete che non sarà facile contenere o soddisfare...

Passando dall'umorismo al dramma, dai codici del teen movie (l'incertezza del primo amore, il gruppo con il maschio alfa, ecc.) a quelli dei tanti classici vampireschi (di cui è un'interessante variante), dalla prova di solidarietà familiare alla suggestiva decifrazione del controllo sociale (e dei suoi aspetti più falsi) e delle difficoltà di sfuggirvi (o di aderirvi quando non si è predisposti), En attendant la nuit (la cui sceneggiatura è stata scritta dalla regista insieme a William Martin) è dinamico e molto divertente all'apparenza, mentre dà del filo da torcere ai cinefili con i suoi numerosi riferimenti più o meno nascosti. È un pacchetto ben confezionato e controllato che dimostra tutte le qualità versatili di un cineasta che ha iniziato a fare documentari (140 km à l’ouest du paradis) e il cui prossimo lavoro attendiamo già con grande curiosità.

En attendant la nuit  è prodotto da ElianeAntoinette e Reboot Films in coproduzione con la belga Altitude 100 Production. Le vendite internazionali sono di Playtime.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy