Recensione: Woman of
- VENEZIA 2023: Il duo di cineasti polacchi Małgorzata Szumowska e Michał Englert tornano al Lido con un innovativo studio del personaggio trans
A soli due anni dalla prima di Never Gonna Snow Again [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Małgorzata Szumowska e Mic…
scheda film], la coppia di registi Małgorzata Szumowska e Michał Englert torna al Lido con il suo nuovo film, Woman of [+leggi anche:
trailer
intervista: Małgorzata Szumowska, Mich…
scheda film]. Sebbene il titolo sia un omaggio all'autore polacco Andrzej Wajda e ai suoi film influenti Man of Iron e Man of Marble, Woman Of ha una lettura più enigmatica. Non solo il genere è l'opposto, ma l'ellissi che segue conferma l'apertura del film e della storia che racconta. È il percorso di Aniela (Malgorzata Hajewska-Krzysztofik), nata e cresciuta come Andrzej, costretta a vivere per più di metà della sua vita come un uomo, dovendo nascondere tutti gli aspetti della sua disforia di genere.
Szumowska ed Englert hanno trattato la loro opera in concorso a Venezia con estrema cura, e l'inclusione è stata l'aspetto più importante nella costruzione di questo mondo. Le storie delle persone trans possono essere limitate a metafore o a vittimismi, o addirittura presentate come un'estensione di pratiche di autolesionismo. Woman Of non è niente di ciò: il processo casting è stato già qualcosa di molto impegnativo per rischiare di dare il lavoro ad un'attrice trans non professionista e correre il rischio di traumatizzarla nuovamente. Per il ruolo principale volevano una interprete esperta e hanno scelto bene Hajewska-Krzysztofik, che è convincente e taciturna nella sua forza.
Ben prima della sua transizione, Aniela viveva la sua vita pubblica come Andrzej (Mateusz Więcławek) nella piccola città di Tomaszów Lubelski, sforzandosi di non dare nell'occhio. È una bambina e un'adolescente piuttosto timida, che si tiene lontana dai guai, ma questo isolamento sembra già costarle troppo. Alla cerimonia di comunione, il giovane Andrzej è vittima di bullismo perché ha i capelli lunghi; al banco di leva, gli ufficiali scoprono dello smalto sulle dita dei piedi e lo ritengono mentalmente inadatto a partecipare al servizio militare obbligatorio. Prende pillole a base di estrogeni e vende le dosi extra di testosterone dategli dal medico, nascondendo tutto alla moglie Iza (Joanna Kulig di Cold War [+leggi anche:
recensione
trailer
Q&A: Pawel Pawlikowski
scheda film]), che inizia come anima gemella, ma che nel corso degli anni si ritrova ad essere una donna avvilita e trascurata.
Tuttavia, la loro storia d'amore inizia come un piccolo miracolo: un pioniere (Andrzej) e un'infermiera (Iza) si guardano sotto la pioggia battente durante una manifestazione per il giorno dell'indipendenza; organizzano un picnic, si rincorrono, si baciano, e hanno addirittura un figlio per affermare il loro legame. Ma poi la rottura arriva, lenta e dolorosa, mettendo radici nelle crepe della loro solida dimensione di felicità. Anche quando la Polonia sta subendo dei cambiamenti, così come l'Europa, che non sarà mai più la stessa (1989), e le strade che si riempiono di cortei, la libertà per alcuni non coincide con la libertà per tutti gli altri. Aniela si reca da un medico a Varsavia per chiedere di cambiare sesso; indossa lingerie sotto il completo, e il percorso che la porterà ad abitare pienamente il corpo che ha sempre sentito di meritare, sembra più lungo di minuto in minuto. Tra il 1980 e il 2022, il film segue Aniela per più di 40 anni e, per via di questo lasso di tempo, la questione della transizione è discussa in termini medici e patologici da gli altri, mentre per Aniela è qualcosa di più evidente. Lei sa chi è, ma la parte difficile è sentirsi accettata.
Szumowska ed Englert hanno realizzato un film delicato con un potenziale rivoluzionario. Non solo è un ritratto profondamente empatico di una donna che cresce in un mondo che le nega costantemente la crescita che merita, ma è anche una presa di posizione contro il riduzionismo e la rigidità dei tropi di rappresentazione. Woman of riesce a essere scrupolosamente reale nel modo in cui tratta la ricerca non solo delle libertà delle persone trans, ma anche dei loro diritti, con la consapevolezza che se il cinema ha un potere, è quello della trasformazione.
Woman of è una coproduzione tra Polonia e Svezia di No-Mad Films e Plio, Film i Väst e Common Ground Pictures. Memento si ocuppa delle vendite internazionale.
(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.