Recensione: Daaaaaali!
di Marta Bałaga
- VENEZIA 2023: Il follemente prolifico Quentin Dupieux continua a sfornare follie, ma comincia a mostrare i primi segni di stanchezza

I film di Quentin Dupieux non dovrebbero essere recensiti. Non ha senso. O si spoilera subito qualcosa (cosa che questa giornalista ha fatto del suo meglio per evitare con Mandibules [+leggi anche:
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intervista: Quentin Dupieux
scheda film], sebbene il problema fosse troppo grande per essere nascosto, anche nel bagagliaio di un'auto) o, peggio ancora, ci si ritrova a spiegare la battuta. Il che significa che questo articolo dovrebbe finire qui. Ma bene...
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scheda film], presentato fuori concorso a Venezia, è un'opera indubbiamente divertente e gli amanti delle citazioni impazziranno per l'eccitazione, ma ci sono momenti in cui il film avanza per pura inerzia.
La storia? Beh, qualcosa c'è. Da qualche parte. Un'aspirante giornalista (Anaïs Demoustier) decide di intervistare Salvador Dalí (interpretato da molte persone). Sembra uno scoop, un lavoro che potrebbe cambiare il corso della sua carriera (cosa di cui ha disperatamente bisogno), ma i problemi iniziano a moltiplicarsi, finché l'artista se ne va. Una volta, poi un’altra ancora, perché non ci sono le telecamere o per l’aspetto troppo naturale della giornalista. Altre persone si uniscono allo show, ci sono commenti sessisti e richieste assurde. E tutto va a rotoli, solo perché è difficile guidare una Rolls-Royce sulla spiaggia.
I giornalisti ameranno questo concept, che non è così folle come potrebbe sembrare: ci sono leggende di interviste che non hanno mai avuto luogo, nonostante l'attesa di ore, o di celebrità che se ne sono andate a metà frase perché l'acqua non era abbastanza frizzante. Dupieux ricorda palesemente la parte dell'acqua, ma la porta in un altro universo, quello in cui la logica si colpisce ripetutamente in testa con un bastone e poi se lo mangia.
Quando Dalí, interpretato da numerosi attori che si riferiscono a se stessi in terza persona e hanno un bel da fare con i loro baffi (tra cui Jonathan Cohen e Gilles Lellouche), deve camminare lungo il corridoio, il corridoio è infinito. Quando piove, piovono cani morti. Quando un prete racconta un sogno, i suoi compagni banchettano con i vermi. È tutto così stupido da risultare confuso, ma c'è qualcosa di delizioso nella pura stupidità.
Tuttavia, c'è la perenne sensazione che questo film potrebbe (e dovrebbe) essere molto più divertente, e che alcune sequenze si trascinano inutilmente. Ma quando si arriva alla fine, dopo ripetuti tentativi di evocare Il fascino discreto della borghesia, la follia è benvenuta. Come per tutti i film di Dupieux, bisogna vederlo per crederci. Non cercate di spiegare la battuta.
Scritto, girato e montato da Quentin Dupieux, Daaaaaali! è prodotto dalle francesi Atelier de Production e France 3 Cinéma. Il film è venduto nel mondo da Kinology.
(Tradotto dall'inglese)
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