Recensione: Forever-Forever
- VENEZIA 2023: Il primo lungometraggio di Anna Buryachkova presenta uno spaccato di vita adolescenziale nella Kiev degli anni '90

La regista esordiente Anna Buryachkova ha indirizzato una lettera d'amore alla fine degli anni 90, con tutta l'ambiguità che questo periodo ha portato negli Stati post-sovietici, come il suo paese, l'Ucraina. Presentato in anteprima in Orizzonti Extra dell'80ma Mostra di Venezia, Forever-Forever [+leggi anche:
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intervista: Anna Buryachkova
scheda film] è un film pieno di vita e di empatia. Le scintille di un amore giovane brillano e sfrigolano fino a bruciare, e non si sa se le cicatrici guariranno mai. Effimera ed eterna, una storia d'amore adolescenziale è un'esperienza formativa, e il viaggio della protagonista del film non fa eccezione.
Tonia (una angelica Alina Cheban) ha appena cambiato scuola, finendo nella periferia di Kiev nella speranza di ricominciare da capo. Ma prima che il pubblico venga messo al corrente del motivo della sua partenza, le vengono concesse alcune settimane di pace. Dopo aver abbandonato lo sport, riprende gli allenamenti di nuoto e fa amicizia con la schietta Lera, interpretata da Yelyzaveta Tsilyk (Rhino [+leggi anche:
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scheda film]). Ben presto le due diventano inseparabili e l'affiatato gruppo di amici sembra più che felice di accogliere una nuova arrivata, nonostante qualche innocente presa in giro. Zhurik (Zachary Shadrin), alias il Truffa, si rivolge a Tonia chiamandola "figa" in ogni occasione, ma a conquistarla è il suo desiderio di condividere una poesia che ha scritto. A complicare le cose, anche Sania (Arthur Aliiev), fratello di Lera, vuole Tonia tutta per sé.
Forever-Forever impiega il tempo necessario per dare forma al triangolo amoroso e, nel farlo, concede allo spettatore più margine per mostrare i personaggi come insieme. Il mondo si ritrae, appeso a ogni scambio di sguardi, a ogni bacio rubato, come se non esistesse altro. Come il mondo, anche i genitori sembrano inesistenti. Sono assenti o senza strumenti per interferire; fraintendono e guardano dall'altra parte. Ma questo non è affatto un film sulla genitorialità. In un certo senso, si tratta piuttosto di un'auto-genitorialità in tempi di incertezza e mancanza di controllo. Guidare se stessi attraverso le prove e le pene dell'adolescenza non è mai una scelta, e di certo non lo è per Tonia.
La responsabile della fotografia del film, Lena Chekhovska, cattura il fascino dell'amore giovane con inquadrature intime e riprese leggermente più lunghe per emulare la sensazione di un tempo dilatato all'infinito quando si guarda negli occhi di un amante. La questione dell'appartenenza, centrale nella narrazione e nel percorso emotivo del film, è ulteriormente enfatizzata dalla composizione centrale che mette in risalto uno sguardo o un gesto destinato all'altro. Inoltre, Chekhovska fissa spesso parti del corpo dei personaggi più che l'insieme: dei piedi che camminano, un busto che si gira, delle mani tese, perennemente in movimento, che si tratti di camminare, ballare o nuotare. Un'ode ai ragazzi degli anni '90, la prima generazione post-sovietica stretta tra un intenso passato estraneo e un altrettanto intenso presente sconosciuto, Forever-Forever è un promettente gioiello d'esordio.
Forever-Forever èprodotto dall’ucraina DGTL RLGN con la olandese Rinkel Film BV. Pluto Film si occupa delle vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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