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TORONTO 2023 Discovery

Recensione: Arthur and Diana

di 

- Nel suo secondo lungometraggio, Sara Summa ci porta in un viaggio geografico ed emotivo con i membri della sua famiglia

Recensione: Arthur and Diana

La strada è una metafora comune della vita. Un viaggio in auto con i membri della famiglia, soprattutto con un bambino al seguito, potrebbe però rivelarsi un vero e proprio inferno. Uno di questi lunghi viaggi, da Berlino a Parigi e poi in Alto Adige, in Italia, è al centro del film di auto-fiction Arthur & Diana [+leggi anche:
intervista: Sara Summa
scheda film
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scritto, diretto e montato da Sara Summa, che è stato  presentato in anteprima mondiale nel programma Discovery del Toronto Film Festival.

I fratelli Diana (la stessa regista) e Arthur (il fratello Robin Summa) viaggiano con il figlio di due anni Lupo (il grazioso figlioletto della regista, Lupo Piero Summa) su una vecchia Renault Espace arrugginita. Il punto di partenza è Berlino, dove salutano il padre di Lupo, Patrick (Benjamin Schwimm), che li fa partire con un carico di cibo spazzatura. All'inizio, la loro meta è Parigi, dove li attende la madre dei due fratelli, Betty (Claire Loiseau). Il motivo di questo viaggio in auto, a parte la paura di Arthur di volare a cui si accenna più avanti, potrebbe essere la revisione annuale del veicolo (dall'esito incerto). Si fermano un po’ di volte: per accogliere un'autostoppista (Livia Antonelli), per passare la notte in un campo, fermati da un poliziotto, per fare una deviazione verso un lago... A un certo punto parte  anche un colpo da una pistola dimenticata, per fortuna senza conseguenze.

Ma tira una brutta aria tra fratello e sorella, a partire dal loro disaccordo sul progresso tecnologico e sui diversi modi di vivere. Riemergono cose del passato, fino ad arrivare a un'accesa discussione. Anche l'auto stessa ha la sua storia e i suoi segreti. Alla fine, tutti gli indizi portano al defunto padre di Arthur e Diana. Forse il viaggio in Italia per partecipare al funerale di un parente potrebbe chiarire le cose, ma non si può mai essere sicuri quando si tratta di famiglie e di rancori non espressi tra i loro membri.

Anche se nel film sono presenti pezzi della vita della regista, il suo obiettivo non è quello di esporre se stessa e i segreti della sua famiglia, ma piuttosto di catturare un certo momento  che sembra allo stesso tempo diffuso e turbolento. Sara Summa eccelle in tutti e quattro i ruoli che ha assunto, riempiendo il film di autenticità e sincerità. Come sceneggiatrice è più che in grado di convincerci che è lei a cercare le risposte, insieme a noi spettatori, mentre si muove fluidamente e logicamente tra tre lingue per raccontare la sua storia. Come regista non ha paura di affrontare il difficile compito di riprendere un bambino piccolo, un essere incapace di rimanere concentrato a lungo, mantenendo poi il controllo su tanti altri aspetti della regia. Come attrice si dà completamente e crea una forte chimica con il fratello (anche qui la sua esperienza di attrice aiuta) e con il figlio. Infine, come montatrice, controlla il ritmo del film, ed è magistrale la tessitura di alcune sequenze documentaristiche puramente osservative nell’ordito di un film di finzione.

Dal punto di vista visivo, Summa e il suo direttore della fotografia Faraz Fesharaki mirano a creare una sensazione a metà tra un documentario professionale degli anni '90 e un home video dello stesso periodo. Sebbene sia stato girato con diverse macchine da presa e con diversi formati, l'idea di stampare tutto su pellicola 16 mm si è rivelata vincente, poiché il calore naturale di questo formato serve benissimo al film. Alla fine, Arthur & Diana si dimostra un'esperienza sincera, calda e introspettiva, che mette in mostra i  vari talenti di Sara Summa.

Arthur & Diana è una produzione tedesca di Deutsche Film & Fernsehakademie Berlin (DFFB) e Rundfunk Berlin-Brandenburg. Square Eyes si occupa delle vendite internazionali.

(Tradotto dall'inglese)

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