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TORONTO 2023 Discovery

Recensione: The Tundra Within Me

di 

- Nel primo lungometraggio della regista norvegese Sara Margrethe Oskal non puoi mai più tornare a casa

Recensione: The Tundra Within Me
Risten Anine Kvernmo Gaup in The Tundra Within Me

Tornare dalla grande città al paesino in cui si è nati non è mai facile per nessuno, ma nulla avrebbe potuto preparare Lena (Risten Anine Kvernmo Gaup), la protagonista di The Tundra Within Me [+leggi anche:
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, alle conseguenze di questa decisione. Presentato nella sezione Discovery del Toronto Film Festival, il primo lungometraggio della regista norvegese Sara Margrethe Oskal è un confronto franco e onesto con questioni di eredità, autenticità, sfruttamento e identità.

Il film inizia con Lena e il suo bambino che si trasferiscono temporaneamente nella città natale di Sápmi, nel nord della Norvegia. Prima vivevano a Oslo e, fin dall'inizio, la madre di Lena è preoccupata per la scarsa conoscenza della lingua Sámi da parte del nipote. Questo preannuncia il sospetto con cui Lena sarà guardata da tutti in città, tranne che da Mahtte (Nils Ailu Kemi), un pastore di renne che diventa ben presto più che un amico.

Ma come tutti gli altri abitanti della città, Mahtte è confuso e diffidente nei confronti dell'arte di Lena, illustrazioni piuttosto violente sul ruolo delle donne nell'allevamento delle renne. Per molti, questi disegni provocatori sonouna critica alle loro tradizioni nonché mezzi di sostentamento, trasmessi di generazione in generazione; per Lena, invece, si tratta di un modo positivo per dare voce alle donne di quella comunità. È un dilemma interessante, ma è difficile non stare dalla parte degli ostili locali quando il modo in cui Lena affronta questo progetto è di chiedere a bruciapelo alle pastore: "Com'è essere una donna pastore?". Come se queste donne avessero mai conosciuto altro. Quando una di loro risponde: "Com'è per te essere un'artista donna?", sarà stata un po' brusca, ma non ha nemmeno tanto torto a sottolineare quanto sia strana e inadatta la domanda.

Per una persona che un tempo faceva parte di questa comunità - e che, come scopriremo in seguito, un tempo allevava lei stessa le renne, prima di vendere polemicamente tutti i suoi animali - Lena sembra stranamente sprovveduta e il suo approccio poco sofisticato. L'interpretazione piuttosto monocorde di Gaup e l'aspetto spesso dozzinale del film (soprattutto durante i primi piani) non aiutano e distraggono dalla questione genuinamente intrigante e spinosa dell'essere estranea alla propria comunità d'origine. Anche se non vediamo nel film la vita precedente di Lena a Oslo, possiamo immaginare che anche lì si sia sentita un'estranea, da cui la decisione di tornare. Oppure è tornata solo per sfruttare il suo background "esotico", per poi sfoggiarlo nel suo lavoro a Oslo? Lena stessa sembra a malapena percepire questa dinamica, che trova invece una piacevole sponda nel personaggio di Mahtte, tentato di abbandonare la difficile vita del pastore. Sebbene lavori duramente per prendersi cura degli animali - e le parti migliori del film sono quelle che ci mostrano cosa questo comporta - non è ancora stato nominato capo della mandria di famiglia. Ci sono tantissimi accenni al fatto che la storia d'amore tra lui e Lena potrebbe essere basata esclusivamente sulla frustrazione, da entrambe le parti, ognuno alla ricerca di una temporanea approvazion, e che le loro diverse ambizioni e prospettive li porteranno alla fine a separarsi. The Tundra Within Me opta per una prospettiva più convenzionale e genuina che non riesce a convincere, ma il modo in cui il film affronta le complicate questioni che riguardano il posto di una persona nella propria comunità rimane interessante.

The Tundra Within Me è prodotto dalla norvegese Freedom From Fear stories.

(Tradotto dall'inglese)

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