SAN SEBASTIAN 2023 New Directors
Recensione: La estrella azul
di Júlia Olmo
- Il regista spagnolo Javier Macipe presenta un toccante film d'esordio basato sulla storia del musicista Mauricio Aznar

Anni '90. Mauricio, un rocker spagnolo in crisi, viaggia attraverso l'America Latina cercando di lasciarsi alle spalle i suoi fantasmi – la tossicodipendenza e una rottura sentimentale – e di riscoprire la sua vocazione. Lì incontrerà il suo ammirato Don Carlos, un popolare musicista di Santiago che lo accoglierà generosamente e con il quale formerà un singolare duo donchisciottesco. Questa è la storia raccontata in La estrella azul [+leggi anche:
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intervista: Javier Macipe
scheda film], il primo lungometraggio di Javier Macipe, interpretato da Pepe Lorente (affiancato da Cuti Carabajal, Bruna Cusí, Marc Rodríguez e Catalina Sopelana) e presentato nella sezione New Directors del 71mo Festival di San Sebastian.
La estrella azul è basato sulla storia vera di Mauricio Aznar, poeta e musicista di Saragozza, leader dei gruppi Golden Zippers, Más Birras e Almagato. Il film si concentra su un periodo negli anni '90, quando, nel bel mezzo di una profonda crisi personale, un viaggio in America Latina gli aprì le porte a un altro modo di vedere la musica e la vita, e che avrebbe precipitato la fine dei Más Birras, la band con cui compose Apuesta por el rock and roll, una delle sue canzoni più popolari, che poi sarebbe poi stata ripresa dagli Héroes del Silencio. Ma il film di Macipe non è una biografia, bensì un omaggio di finzione a una figura dimenticata della musica spagnola.
Con semplicità, senza pretenziosità o grandi artifici, utilizzando risorse anche vicine al documentario, persone, suoni, immagini e luoghi che hanno fatto parte della sua vita, e una credibile e magnifica interpretazione di Lorente, il film ricrea un periodo della vita del cantante, parlando della tristezza che lo tormentava e anche dei suoi giorni felici, delle cose che gli facevano pensare che la vita valesse la pena di essere vissuta (anche se solo per un po'). Attraverso uno stile a metà tra il documentario e la fiction, riesce a riflettere con naturalezza ed emozione l'anima di un luogo, di un periodo specifico, l'idiosincrasia della gente, il loro modo di vivere. Il film è pieno di queste immagini che cercano di raccontare in modo vivido il viaggio del protagonista, il modo in cui si è innamorato dei luoghi che ha visitato, della loro cultura latina, di quel modo di intendere il mondo, cosa ha significato per lui quella scoperta, il suo ritorno alla città natale, la sua lotta per essere chi voleva essere. Così, uno dei suoi maggiori punti di forza è rappresentato da quelle sequenze che riescono a riflettere la verità e a commuoverci.
Un altro pregio del film è che attraverso la storia del protagonista viene raccontata una storia universale, sulla rincorsa dei sogni e il loro prezzo. Attraverso questa storia personale, il film parla del senso di identità, delle ferite che ci segnano e che ci portiamo dietro per tutta la vita, dell'impotenza, della solitudine, dell'importanza della memoria, dell'amicizia e del suo rapporto con l'ammirazione, della musica come rifugio e compagna di viaggio, della ricerca di quei compagni che ci aiutano a vivere. La musica che attraversa il film trasmette la bellezza e il dolore di cui parla.
La estrella azul riesce a essere ciò che vuole essere, un film piccolo e onesto, a tratti commovente e bellissimo, un viaggio nella vita di un personaggio che avrebbe potuto essere famoso ma ha scelto di non esserlo, e con esso un film su come diventiamo le persone che siamo.
La estrella azul è una coproduzione tra Spagna e Argentina delle compagnie Mod Producciones, El pez amarillo, Cimarrón, La Charito Films e Prisma; le vendite internazionali sono guidate da Film Factory Entertainment.
(Tradotto dallo spagnolo)
Photogallery 24/09/2023: San Sebastian 2023 - The Blue Star
8 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.



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