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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: Nata per te

di 

- Il quinto film di Fabio Mollo racconta con tenerezza ed alto tasso di emotività la storia vera ed emblematica dell’adozione di una bimba down da parte di un single gay

Recensione: Nata per te
Antonia Truppo e Pierluigi Gigante in Nata per te

“Non siamo in Svezia”. La battuta dell’infermiera del reparto di neonatologia di un ospedale di Napoli (Antonia Truppo) diventa un refrein nel corso di Nata per te [+leggi anche:
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, quinto lungometraggio di finzione di Fabio Mollo, che Vision Distribution esce nelle sale in Italia domani, 5 ottobre. Ispirato a una storia vera, il film racconta una piccola grande battaglia di civiltà, il primo caso in Italia di un single che adotta una neonata.

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Luca Trapanese (che oggi è assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli), ha raccontato in un libro scritto con Luca Mercadante il suo percorso per diventare il papà di Alba, una bambina con la sindrome di Down abbandonata in un ospedale. Mollo ha portato quelle pagine sullo schermo, prendendosi con i co-sceneggiatori Furio Andreotti e Giulia Calenda tutte le libertà narrative che sono necessarie alla trasposizione cinematografica. Luca, interpretato con passione da Pierluigi Gigante, è un giovane napoletano proveniente da una famiglia borghese benestante, gay, cattolico, che non solo è mosso da un forte desiderio di paternità ma mostra una particolare propensione all’accudimento. Durante il periodo in cui ha frequentato il seminario con l’idea di diventare un sacerdote ha partecipato a diverse missioni in Africa e ora è volontario in una casa famiglia che ospita persone con disabilità. All’inizio del film Luca ha un compagno, che però non riesce a stare al passo con lui in questa impresa (“cerchiamo altre strade, voglio un figlio nostro”) e lo abbandona. Come spiega l’avvocata attivista (Teresa Saponangelo) che affiancherà Luca, in Italia la legge, che risale al 1983, permette l’adozione solo “ai coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni”, ed esclude i single e le coppie omosessuali che non hanno accesso al matrimonio. Facendo leva sulle ambiguità di una normativa che riflette un modello di famiglia che non è più unico nella società contemporanea ma che non può discriminare apertamente gi omosessuali, Luca otterrà l’affidamento temporaneo. Infine farà breccia nella coscienza di una scrupolosa giudice (Barbora Bobulova) vincolata al concetto del child best interest e riuscirà ad adottare la dolcissima neonata, rifiutata nel frattempo da ben 37 famiglie “regolari”. È il 22 giugno 2018.

Fabio Mollo deve aver “sentito” con particolare intensità l’incarico di questa regia perché durante la sua infanzia ha vissuto l’adozione della sorella e da adulto avrebbe voluto diventare genitore con l’adozione ma non ha potuto perché omosessuale. Questo coinvolgimento si riflette nel film, che rivela una sensibilità speciale verso il tema, allargato peraltro al mondo LGBT in generale. Lunghi flashback rievocano l’infanzia dolorosa del protagonista, con i ricordi del primo amore, un ragazzo coetaneo che si rivela malato di una patologia incurabile. Questo innalza certamente il tasso di emotività del film, che già sollecita i canali lacrimali dello spettatore con le tenere immagini della neonata affetta da trisomia 21. Nonostante qualche tratto artificioso - lo slogan “nessuno dovrebbe giustificare il proprio desiderio di essere genitore”, detto dall’avvocata - il film rifugge dalla facile retorica e affronta la materia con grande umanità. Nell’ottica di una strategia mirata, l’avvocata fa apparire un articolo sul giornale locale ma Luca risponde “non voglio che Alba diventi una bandiera del Pride”. Nel più ampio filone su diversità e inclusione che sta prendendo sempre più piede nel cinema europeo, il film di Mollo ha il merito di affrontare un argomento molto specifico (sull’omogenitorialità ci vengono in mente titoli come il francese Baby Love [+leggi anche:
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, l’israeliano Concerned Citizen, l’australiano Any Day Now, lo statunitense The Dream Children, ma certamente dimentichiamo altri), toccando anche la questione religione-omosessualità e quella dell’aborto in caso di malattie genetiche. Tanti argomenti per altrettanti spunti di riflessione offerti allo spettatore, attraverso una storia che fondamentalmente parla di amore.

Nata per te è coprodotto da Cattleya, Bartlebyfilm e Vision Distribution, in collaborazione con Sky. Sarà distribuito da Vision Distribution nel mondo.

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