Recensione: Mi fanno male i capelli
- Roberta Torre rende un omaggio molto particolare all’amata attrice Monica Vitti, arricchito dalle musiche di Shigeru Umebayashi e con un’Alba Rohrwacher in stato di grazia

“Mi fanno male i capelli” è la celebre frase pronunciata da Monica Vitti in Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni ed è anche il titolo del nuovo film diretto da Roberta Torre, mostrato in concorso alla 18ma Festa del Cinema di Roma. Non un film biografico su Vitti, bensì un omaggio molto particolare che la regista di Tano da morire (e del più recente Le favolose [+leggi anche:
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intervista: Roberta Torre
scheda film], visto alle Giornate degli Autori di Venezia l’anno scorso e poi premiato all’IDFA di Amsterdam) dedica all’attrice romana che ha fatto la storia del cinema italiano, scomparsa a 90 anni, nel 2022, dopo una lunga malattia degenerativa che l’aveva tenuta lontana dalle scene già da molti anni.
Da Torre anche ideato e scritto, in collaborazione con Franco Bernini, Mi fanno male i capelli [+leggi anche:
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scheda film] si apre su un’ampia spiaggia dove una bella donna bionda non ricorda più chi è e dove si trova la sua casa. Si chiama Monica (Alba Rohrwacher, qui più luminosa e vibrante che mai) e da un passante viene riportata da suo marito Edoardo (un toccante Filippo Timi), al quale la donna, non riconoscendolo, tende la mano per presentarsi. Monica ha una malattia irreversibile, la sindrome di Korsakoff, e sta perdendo la memoria. Un giorno, ascoltando una frase pronunciata da Monica Vitti in un vecchio film (“ho l’impressione di scordarmi ogni giorno qualcosa”) scatta in lei qualcosa. Comincia a identificarsi con quella donna che vede sullo schermo, riproducendone di volta in volta battute, pettinature e abbigliamento. Il tutto sotto gli occhi del suo amorevole marito, che, dopo lo sconcerto iniziale, accetta di stare al gioco (“lei non ti ha dimenticato, ti ha coinvolto nella sua rappresentazione”, gli viene spiegato) e diventa suo complice, vestendo all'occorrenza i panni di Marcello Mastroianni.
Dai film di Antonioni, di cui è stata la musa nella trilogia dell’incomunicabilità (L’avventura, La notte, L’eclisse), ai suoi ruoli più brillanti, tra cui quelli al fianco di Alberto Sordi come in Amore mio aiutami e Polvere di stelle, la versatile attrice rivive attraverso gli occhi di Monica, che ricrea le scene dei suoi film più celebri e si rispecchia nella star regalandosi così un’identità alternativa, giacché la sua si è dissolta insieme ai suoi ricordi. Tra sogno e memoria, è come se il cinema del passato dialogasse con il presente; in tal senso, questo film così espressivamente libero è anche un bell’omaggio alla settima arte e alle emozioni che ci lascia dentro.
“Ho avuto la fortuna di lavorare allo stesso tempo con Alba Rohrwacher, Filippo Timi, Monica Vitti, Alberto Sordi e Marcello Mastroianni”, scherza Torre, e per farlo, si è avvalsa dell’abile montaggio di Paola Freddi. Il film è inoltre impreziosito dagli splendidi costumi di Massimo Cantini Parrini (European Film Award 2018 per il suo lavoro in Dogman [+leggi anche:
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scheda film]) e dalle musiche originali del compositore giapponese Shigeru Umebayashi (In the Mood For Love), celebrato quest’anno alla Festa di Roma con un premio alla carriera.
Mi fanno male i capelli è una produzione Stemal Entertainment con Rai Cinema, dal 20 ottobre in 70 sale italiane con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.
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