Recensione: Jeff Koons. Un ritratto privato
- Pappi Corsicato entra nella vita privata, ma senza forzare troppo la mano, dell’artista noto per le sue sgargianti sculture-giocattolo e per il sodalizio artistico e sentimentale con una pornostar

Controverso è un aggettivo troppo limitato per definire Jeff Koons e le sue creazioni. In un articolo del New York Magazine di dieci anni fa intitolato “Jeff Koons è l'artista americano di maggior successo dopo Warhol. Cosa ha il mondo dell'arte contro di lui?”, Carl Swanson lo descrive bene: “Come Warhol, Koons è un artista Pop che è egli stesso un personaggio Pop, uno che frequenta i collezionisti più ricchi del mondo, che possono permettersi di finanziare le sue visioni dell'oggetto magico e incontaminato”. Conosciuto dal grande pubblico soprattutto per le sue sgargianti e gigantesche sculture-giocattolo e per il suo matrimonio con la pornostar Ilona Staller, Koons è uno degli artisti più provocatori, inconfondibili e soprattutto redditizi di oggi. Nel 2019 un Rabbit di Koons del 1986 è stato battuto in asta a 91 milioni di dollari rendendolo l’artista vivente più quotato al mondo. La domanda non è se ti piacciono i suoi Balloon Dog ma quanto sei disposto a pagarli.
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scheda film] di Pappi Corsicato – in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle e nelle sale italiane il 23, 24, 25 ottobre con Nexo Digital – celebra l’artista americano, che ha aperto al regista italiano i cancelli della sua fattoria vicino alla casa d'infanzia a York, in Pennsylvania. Assistente di Pedro Almodóvar nel 1989 per Legami!, Corsicato si è fatto conoscere con Libera alla Berlinale 1993, alternando poi lungometraggi di finzione e documentari, molti dei quali dedicati ad artisti contemporanei come Richard Serra, Sol Lewitt, Gilbert & George, Julian Schnabel. “Aveva uno sguardo diverso sulle cose” dice Schnabel, che compare nel doc su Koons.“La sua visione era particolare perché presentava qualcosa che già esisteva ed era nuova”. Il riferimento è all’approccio di Koons sin da quando inizia a farsi strada nei primi anni Ottanta esponendo degli aspirapolvere all'interno di teche di plexiglass illuminate a fluorescenza e chiamando questa serie "The New”. Una ironica critica alla cultura delle merci, alla banalità della cultura di massa, mentre lui faceva il broker a Wall Street per sostentare la sua arte. Sono seguiti palloni da basket che galleggiano, il famoso coniglietto "gonfiabile" in acciaio, il Michael Jackson in porcellana con il suo scimpanzé Bubbles.
Il documentario ricostruisce la vita artistica di Koons attraverso immagini di repertorio e interviste con critici, galleristi, biografi e artisti come Mary Boone, Jeffrey Deitch, Massimiliano Gioni, Antonio Homem, Dakis Joannou, Stella McCartney, Andy Moses, Norman Rosenthal, Scott Rothkopf, Linda Yablonsky. Corsicato segue Koons durante il suo tour di cinque mostre del 2021 attraverso l’Europa e nella sua retrospettiva, “Shine”, a Palazzo Strozzi a Firenze. Ma quello che interessa a Corsicato e allo stesso Koons è mostrare il suo lato privato. Nella fattoria dei nonni in Pennsylvania, che Koons ha ricomprato dopo il successo, lo attorniano i sei figli avuti dall’ultima moglie Justine Wheeler, assieme a pecore e cavalli islandesi. Indoviniamo un rapporto sereno, senza conflitti. E questa attenzione ai bambini, alle tradizioni familiari, ci rivela forse l’origine di quello stupore infantile che caratterizza tutta la sua opera. Davanti alla camera Koons offre scampoli della sua visione dell’arte e del mondo con calcolata affabilità e imperturbabilità. Non c’è niente dell’artista sovversivo. Sono solo un ricordo doloroso le critiche e le derisioni alla serie “Made in Heaven”, dipinti e sculture sessualmente espliciti in cui Jeff stesso è ritratto con l’allora moglie Ilona Staller. E poi il divorzio e la battaglia legale per la custodia del loro figlio Ludwig, con il quale poi avrà un buon rapporto e che sarà di fatto l’ispiratore della famosa serie “Celebration”.
Al rito celebrativo di questo documentario manca però una controparte che possa esprimere le critiche ricevute negli anni da Koons e che vengono più volte velatamente evocate ma mai esplicitate. Una voce discordante su questo "perfezionista spinto alla ricerca dell'amore incondizionato" (come lo definì il critico Jerry Saltz) e sulla sua opera, espressione di un "ottimismo patologico" di tipo disneyano (parole del mercante d’arte Tobias Meyer), avrebbe dato più forza ad un ritratto che rimane comunque imprescindibile per lo spettatore che voglia approfondire il funzionamento di quella perfetta macchina creativa o che sia solo curioso di sapere come nascano quelle coloratissime opere per milionari. Perché, come assicura nel documentario il curatore e storico Norman Rosenthal, “l’obiettivo di Jeff è rendere le persone felici attraverso l’arte”.
Jeff Koons. Un ritratto privato è prodotto da Nexo Digital, che ne detiene i diritti internazionali. Il film uscirà dal 13 novembre in Repubblica Ceca e Slovacchia con Aerofilms, dal 14 novembre negli Stati Uniti con BY Experience e dal 24 novembre in Polonia con Liveincinema.
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