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ROMA 2023

Recensione: Sirocco et le Royaume des courants d'air

di 

- Il film di Benoît Chieux è fortemente debitore del cinema di Hayao Miyazaki, ma è comunque un'avvincente storia di sorellanza

Recensione: Sirocco et le Royaume des courants d'air

Proiettato nella sezione autonoma Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma dopo la sua prima ad Annecy lo scorso giugno, il film d’animazione di Benoît Chieux, Sirocco et le Royaume des courants d'air [+leggi anche:
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sfrutta tropi ben oliati e rende omaggio allo stile unico e visionario del maestro giapponese Hayao Miyazaki (in particolare quello di La città incantata).

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Questi ingredienti familiari permettono a Chieux e al suo co-sceneggiatore, Alain Gagnol, di realizzare un racconto molto coinvolgente e accattivante. Nel dettaglio, la storia segue due sorelle, la capricciosa Carmen (doppiata da Maryne Bertieaux), di otto anni, e la più grande e più ragionevole Juliette (Loïse Charpentier). La madre di Juliette e Carmen le lascia con una delle sue amiche più care, la scrittrice fantasy Agnès (Géraldine Asselin), che avrà il compito di far loro da babysitter per il fine settimana. Lì, le due sorelle scoprono casualmente un passaggio tra il loro mondo e quello del personaggio principale, protagonista di una saga letteraria scritta da Agnès nel corso degli anni. Scirocco è presentato come un personaggio solitario e terrificante, capace di controllare il vento e di scatenare tempeste. Una volta incappate nel mondo immaginario di Agnès, Carmen e Juliette si trasformano in due gattini e intraprendono un pericoloso viaggio di ritorno a casa.

Dal punto di vista visivo, l'universo è caratterizzato da un ambiente onirico fatto di forme irregolari e innaturali e di personaggi straordinari che fondono caratteristiche artificiali e animalesche in modi molto bizzarri che oscillano tra l'esotico e l'ordinario. In tutto ciò, la tavolozza dei colori è composta da motivi e sfumature semplici ma accattivanti. È qualcosa di già visto nell'opera di Miyazaki, ma appare comunque funzionale ed efficace.

Nell’insieme, il film ricorda molti altri racconti, e non solo quelle che abbiamo potuto vedere al cinema. Ad esempio, il tema della vita e della morte, la presenza di giovani personaggi costretti ad affrontare l'ignoto e a confrontarsi con le proprie paure, così come le atmosfere e il mood malinconico generale ricordano in qualche modo ciò che si può trovare nel videogioco di Daedalic Entertainment The Whispered World.

Nel complesso, l'avventura è abbastanza lineare ma non del tutto prevedibile, il che la rende accattivante per il pubblico più adulto e più facile da afferrare per i bambini. Inoltre, è probabilmente un'esperienza di visione più semplice rispetto a La città incantata, in quanto l'approccio narrativo è in qualche modo meno "spietato" e il senso di pericolo è più sporadico e tenuto sotto controllo fino a un certo punto. Detto questo, Carmen e Juliette cercheranno di scoprire la vera natura di Scirocco e del suo mondo fantastico, avviandosi verso un finale azzeccato, gratificante e di grande impatto emotivo.

Infine, la colonna sonora di Pablo Pico è la ciliegina sulla torta. Il pianoforte è delicato ed è spesso accompagnato da suoni naturali che ricordano il vento. Inoltre, la voce eterea di Selma, una cantante simile a un'anatra acclamata nell'universo di Scirocco e personaggio centrale interpretato da Aurélie Konaté, è davvero incantevole.

Sirocco et le royaume des courants d'air è prodotto da Sacrebleu Productions (Francia), Take Five (Belgio) e Ciel de Paris Productions (Francia). La distribuzione è affidata alla parigina Haut et Court.

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(Tradotto dall'inglese)

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