Recensione: Cristina García Rodero - La mirada oculta
- Carlota Nelson firma un film stimolante e sorprendente, camuffato da documentario televisivo, che ci avvicina a un'affascinante artista che racconta storie emozionanti con le immagini

Chiunque conosca le fotografie di Cristina García Rodero, originaria della Mancia, non può negare che ogni sua opera è piena di talento, umanità e, soprattutto, è in grado di raccontare storie con una sola immagine: cronache di feste, tradizioni, momenti e persone che reagiscono davanti a un ambiente a volte reale, a volte frutto dell'immaginazione umana. Il documentario Cristina García Rodero - La mirada oculta [+leggi anche:
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scheda film], che rivela il modo in cui questa artista guarda il mondo, è stato presentato in anteprima mondiale la scorsa settimana durante la 68ma Seminci - Semana Internacional de Cine de Valladolid. I programmatori dell'evento hanno avuto la saggezza, che a prima vista sembrava audace o assurda, di includerlo (fuori concorso) nella Selezione ufficiale, un posto meritato per questo film di non-fiction diretto da Carlota Nelson (Anclados, Brain Matters).
Nel vortice di un festival, un documentario dal sapore agiografico può correre il rischio di essere relegato in secondo piano, invece in questo il caso il suo livello di emozione, sorpresa e bellezza supera di gran lunga molti dei presunti piatti forti. Il motivo sta nel fatto che ritrae un essere sorprendente: una donna piccola, libera, indipendente, coraggiosa e tenace che non solo si mimetizza con il paesaggio umano che ritrae con il suo teleobiettivo, ma che rischia persino la sua integrità fisica nel mezzo di una festa colorata in India o scossa dalle onde in un pellegrinaggio andaluso.
Punteggiato dalle dichiarazioni dell'autodidatta García Rodero raccolte in un'intervista, il documentario introduce lo spettatore al modo di lavorare e di intendere il suo mestiere (e la sua vita) di una persona dal carisma travolgente che non si vanta dei suoi numerosi trofei, ma emana piuttosto un'umiltà disarmante. García Rodero, che ha ritirato il premio speciale del festival per la creazione artistica dopo la proiezione del film a Valladolid, ammette alla telecamera di Nelson che, come molti registi, è spinta dalle emozioni quando si tratta di viaggiare in un altro continente alla ricerca di un'immagine che trasmetta passione, bellezza e verità. Inoltre, dichiara di avere una formazione in pittura (è laureata e insegna Belle Arti, e alcuni dei suoi scatti sembrano dipinti di Velázquez, Caravaggio o Murillo) e confessa di essere molto felice di fare il suo lavoro. Per questo motivo ritiene che, a 73 anni, debba sfruttare al massimo ogni minuto per continuare a dedicarsi alla sua febbrile vocazione.
La stessa smania ha spinto questa antropologa visiva nel 2001 al festival Burning Man in Nevada (Stati Uniti), dove ha incontrato Nelson e lì è nata un'amicizia, il seme di questo lungometraggio che viene visto come un sospiro, anche grazie alle fotografie allucinanti ed emozionanti che lo illustrano e che riescono a superare il tempo, immortalando momenti che non si ripeteranno mai più, ma che grazie a García Rodero e a questo film rimarranno vivi per sempre.
Cristina García Rodero - La mirada oculta è una produzione di Wanda Films, Ojos Cabeza Corazón AIE, RTVE e Castilla-La Mancha Media.
(Tradotto dallo spagnolo)
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