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ARRAS 2023

Recensione: Elaha

di 

- Una giovane donna tedesca di origine curda si dibatte nel vortice delle tradizioni, del matrimonio e della verginità nell'eccellente primo lungometraggio di Milena Aboyan

Recensione: Elaha
Bayan Layla in Elaha

"A un certo punto della mia vita, gli altri mi controllavano e io non avevo il coraggio di difendermi, questo mi ha quasi spezzata, finché non mi sono posta la domanda giusta: sei la donna che vuoi essere?". Seguendo il viaggio di una giovane donna tedesca di 22 anni in bilico tra la modernità e le tradizioni della sua famiglia di origine curda irachena, Elaha è la riuscita opera prima di Milena Aboyan, presentata alla Berlinale (nella sezione Perspektive Deutsches Kino) e proiettata al 24mo Arras Film Festival nel programma Scoperte europee.

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"Il danno arrecato al gregge è motivo di imbarazzo per il pastore". Elaha (Bayan Layla) conosce i testi e i detti chiave che regolano la vita quotidiana della sua comunità molto unita, dove tutti vivono nello stesso quartiere, si conoscono e si sostengono l'un l'altro, ma dove proteggere il proprio onore ed evitare la vergogna sono valori cardinali, e i segreti molto difficili da custodire. Giovane donna completamente fuori dal tempo, che lavora part-time in una tintoria (di proprietà della futura cognata) e frequenta un corso di accesso all’impiego che spera le permetterà di sostenere la maturità, Elaha ama divertirsi con i suoi amici Berivan (Cansu Leyan) e Dilan (Beritan Balcı). Ma anche se non è sempre d'accordo con tutte le regole, la bella e vivace ragazza rispetta e apprezza le tradizioni curde ed è molto felice nella sua famiglia, dove la madre (Derya Durmaz) occupa un posto di rilievo. Tutti i pensieri sono rivolti al matrimonio di Elaha con Nasim (Armin Wahedi), fissato nove settimane dopo, soprattutto il pensiero di Elaha, che deve risolvere un grosso problema: non è più vergine. Si imbarca quindi in una ricerca segreta e sempre più disperata di un modo per ricostituire il suo imene. Una ricerca che la porterà ad affrontare sempre più domande esistenziali...

Con un'attrice protagonista carismatica e riuscendo a dare una vera identità a tutti i suoi personaggi secondari, questo film d'esordio è pieno di qualità nel modo intelligente in cui affronta il suo tema senza cadere nel manicheismo (e in una caricatura della giovane donna intrappolata in tradizioni oscurantiste). Al contrario, la regista (che ha scritto anche la sceneggiatura) lavora con sfumature e rispetta le usanze curde, il che non fa che rafforzare il suo messaggio, sviluppato attraverso varie sequenze ben ritmate e diversificate in una trama sorprendente. Non tutto è perfetto, ma Elaha, oltre a essere un film mozzafiato e molto commovente, dimostra chiaramente che Milena Aboyan è una regista da seguire con attenzione.

Prodotto da Kinescope Film e coprodotto da Filmakademie Baden-Wüttemberg, Essence Film, SWR e Arte Deutschland, Elaha è venduto nel mondo da Pluto Film e uscirà il 23 novembre nelle sale tedesche con Camino Filmverleih.

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(Tradotto dal francese)

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