Recensione: Peter Doherty: Stranger in My Own Skin
- Dall’esplosione incontenibile di creatività alla discesa negli inferi della tossicodipendenza, Katia de Vidas mette a nudo suo marito, la rockstar britannica Peter Doherty

“Come parlare dei ricordi? Come descrivere una vita che non smette mai di scivolarti via dalle dita come sabbia?”. È un Peter Doherty senza pelle quello che pronuncia queste parole all’inizio del documentario realizzato dall'attuale moglie della rockstar britannica, Katia de Vidas, Peter Doherty: Stranger in My Own Skin, in programma al Festival dei Popoli di Firenze dopo il debutto allo Zurich Film Festival. Dall’esplosione incontenibile di creatività alla discesa negli inferi della tossicodipendenza, il co-frontman dei Libertines è messo a nudo nelle immagini di un film spesso brutale e diretto.
Katia de Vidas ha filmato per la prima volta Pete nel novembre 2006, durante un concerto dei Babyshambles a Parigi. Negli oltre dieci anni successivi ha registrato più di 200 ore di materiale. La regista alterna sudatissime performance nei concerti – quel "bisogno di caos e frenesia" che alimenta il suo desiderio di esibirsi, che ha accompagnato l'ascesa, il declino e la reunion dei Libertines - a momenti intimi, quando Peter è in uno stato di torpore (durante un volo per il Giappone è stato assalito dall’astinenza da eroina e ha realizzato di essere un tossicodipendente), e pronuncia frasi poetiche ed esistenziali, se pure un po’ sconnesse. Ma ci sono anche i necessari raccordi narrativi, registrati fuori campo dal Doherty di oggi, e testimonianze di chi gli è stato vicino professionalmente in quegli anni. Come Mick Jones dei Clash, produttore dei primi due album dei Libertines, che parla di “giovani cuccioli di leone”, e di “una pressione enorme”. Soprattutto durante la relazione con Kate Moss, Doherty è stato oggetto assoluto di attenzione mediatica da parte dei famigerati e devastanti tabloid per tutti gli anni 2000.
Innamorato delle letteratura fin da bambino Peter ci viene mostrato mentre parla di felicità, mentre dipinge i suoi quadri – collage di ritagli di giornali, schizzi e pennellate di colori vivaci, volti senza lineamenti- o visita la mostra “Delitto e castigo” al Musée d'Orsay a Parigi e legge la frase di Baudelaire “Dans le Mal se trouve toute volupté”, mentre dà fuoco al suo salotto con la benzina per gli accendini, quando si buca e non ci viene risparmiato il laccio emostatico nero stretto intorno al braccio e l'ago che sta per infilarsi nel braccio. Quando va a Lisbona dove si fa impiantare un sistema di blocco degli oppiacei, o all'Hope Rehab in Thailandia, da dove esce ripulito e pronto per registrare il terzo album con i Libertines Anthems For Doomed Youth. L’happy end lo vuole ormai lontano dalla roba, con la sua nuova band Peter Doherty & The Puta Madres e un quarto album con i Libertines in uscita a marzo 2024.
La domanda è se questo doc sia indirizzato solo ai suoi fan o regga la visione da parte di un pubblico più vasto come monito a tenersi lontani dalle dipendenze, creando una empatia con il discusso protagonista. Certamente è un frammento documentario sul buco nero che si crea nel rapporto tra processo creativo e sfrenata popolarità, che perpetua il vecchio cliché della vita intensa e disordinata della star e la conseguente fragilità. Considerati i tanti video su YouTube in diretta dalla vasca da bagno postati di Peter e il suo libro di memorie, A Likely Lad, emendato dai consulenti legali nelle parti più esplicite, troppe cose rimangono però fuori dal documentario: l’amicizia con Peter Wolfe, l’incidente della morte di Robyn Whitehead, il legame fortissimo con Amy Winehouse e la depressione in conseguenza della sua morte, la relazione con il rigido padre ex militare, il rapporto con la stessa Katia de Vidas.
Peter Doherty: Stranger in My Own Skin è una coproduzione Francia-Regno Unito di Wendy Production e Federation Studios. The Festival Agency (TFA) si occupa delle vendite internazionali. Il film esce nelle sale del Regno Unito il 9 novembre con Piece of Magic e in 13 Paesi in tutto il mondo durante questo mese con Pathé Live (qui il calendario).
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