BLACK NIGHTS 2023 Critics’ Picks
Recensione: Light Falls
- L'ultima fatica dell'esperto direttore della fotografia e regista Phedon Papamichael maschera la sua sgradevolezza con tanto mestiere e stile
Come direttore della fotografia, Phedon Papamichael è uno dei professionisti più influenti di Hollywood. In 35 anni di carriera, è stato nominato due volte all'Oscar (per il suo lavoro su Nebraska di Alexander Payne e Il processo ai 7 di Chicago di Aaron Sorkin) e ha collaborato a più di 50 film, tra cui Quel treno per Yuma, Million Dollar Hotel, Le Mans '66 - La grande sfida e il blockbuster di quest'anno Indiana Jones e il quadrante del destino. Papamichael si è già cimentato nella regia di film, sia negli Stati Uniti che nella natia Grecia, ma i suoi quattro precedenti lavori non hanno avuto successo né con la critica né con il pubblico. Il suo quinto tentativo di regia, Light Falls [+leggi anche:
intervista: Phedon Papamichael
scheda film], è stato appena presentato nella sezione Critics' Picks del Black Nights Film Festival di Tallinn.
Dal punto di vista del genere, Light Falls potrebbe essere descritto come un thriller sgradevole che inizia in un registro diverso, come un dramma di osservazione sociale. Seguiamo due serie di personaggi provenienti da mondi opposti. Clara (l'emergente attrice georgiano-americana Elensio) ed Ella (Nini Nebieridze, al suo primo ruolo sul grande schermo) sono una coppia di turiste georgiano-americane giunte su un'isola greca senza nome per una vacanza, con lo scopo di rilassarsi e divertirsi. Dall'altra parte, i fratelli Eddy (Juxhin Plovishti) e Altin (Jurgen Marku) insieme al cugino Veton (Silvio Goskova) sono lavoratori migranti albanesi che risiedono sull'isola illegalmente. Sono i ragazzi a cui il buttafuori nega l'ingresso in discoteca. Inoltre, Veton viene regolarmente angariato da un agente di polizia (Makis Papadimitriou, tosto come da copione).
I due gruppi si incontrano in un hotel apparentemente abbandonato sulla collina che domina la città. È stata un'idea di Clara quella di visitare la struttura e di Ella quella di scattare le foto alla sua fidanzata modella, ma la loro avventura termina bruscamente quando Ella cade accidentalmente nella tromba dell'ascensore vuoto. Poiché l'edificio è occupato abusivamente da diversi gruppi di lavoratori part-time albanesi, Clara incontra il trio mentre è alla ricerca di Ella. La barriera linguistica porta a un'errata comunicazione, seguita da un atto di stupro macabro e violento e da una successiva punizione.
Stupro e vendetta, questo sottogenere di thriller che tende all'horror, è in realtà molto delicato, il che lo rende difficile da eseguire in modo etico. Tuttavia, la sceneggiatura di Sven Dagones è semplicistica e relega i personaggi a stereotipi solitamente offensivi: le giovani donne sono presentate come turiste arroganti e auto-indulgenti, mentre il trio di lavoratori è rappresentato come selvaggi irascibili e impulsivi, incapaci di controllare i propri impulsi, di gestire la frustrazione o di agire secondo le norme etiche universali. Sebbene Papamichael avesse probabilmente in mente altre cose (come l'alterità), la sceneggiatura non permette ai suoi personaggi - ad eccezione del poliziotto - di agire come esseri umani intelligenti. L'eccessiva violenza non è giustificata e gli spettatori più cinici potrebbero leggere alcuni elementi della trama e della caratterizzazione come atti di razzismo casuale.
Dal punto di vista artigianale, Light Falls è un'opera di cinema di genere abilmente realizzata. La macchina da presa del regista e di Akis Konstantakopoulos è attraente ed evocativa, i contrasti di luce sono sublimi e il paesaggio sonoro del film è memorabile, grazie sia alla musica di Nick Athens che al sound design. È un peccato che la sceneggiatura insensibile e l'incapacità o il rifiuto del regista di ribaltarla segnino il destino del film.
Light Falls è una coproduzione georgiano-greco-albanese-tedesca di Enkeny Films, Topcut-Modiano, Ska-Ndal Production e Pallas Films.
(Tradotto dall'inglese)
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