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SOLETTA 2024

Recensione: Bisons

di 

- Attraverso la storia toccante di due fratelli alle prese con le difficoltà di un quotidiano opprimente, Pierre Monnard ci parla dell’importanza della solidarietà

Recensione: Bisons
Maxime Valvini in Bisons

Dopo il successo di Needle Park Baby [+leggi anche:
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, Wilder e Hors saison, il regista svizzero Pierre Monnard torna dietro alla cinepresa regalandoci Bisons, il suo ultimo lungometraggio, presentato in prima mondiale alle Giornate di Soletta (Prix du public) e in prima internazionale all’International Film Festival Rotterdam nella sezione Harbour. Bisons parla di umanità, della necessità di mantenere uno sguardo empatico sul mondo malgrado le difficoltà di un quotidiano sempre più ostile. Grazie ad una narrazione avvincente e toccante e a un duo di attori decisamente azzeccati (Maxime Valvini e Karim Barras) Pierre Monnard ci mostra una Svizzera periferica, lontana anni luce dalla sciccheria da cartolina promossa dall’ufficio del turismo, una Svizzera abitata da personaggi al contempo fragili e determinati che lottano per sopravvivere.

La vita di Steve Chappuis, un giovane e appassionato allevatore bovino è ritmata dal duro lavoro nella fattoria di famiglia, che dirige con la madre Mathilde, e gli allenamenti di lotta svizzera, sport nazionale che lo appassiona permettendogli di sfogare delle frustrazioni che non riesce ancora a nominare. In questo luogo isolato, protetto dall’imponente presenza delle montagne, Steve sogna di diventare campione federale di lotta, un titolo prestigioso che gli permetterebbe, forse per la prima volta nella sua vita, di brillare di luce propria.

Malgrado la tenacità di Steve, la situazione non è certo rosea. Madre e figlio attraversano infatti una crisi finanziaria che non fa che peggiorare. Dopo la morte del padre, i debiti si accumulano mettendo in pericolo il futuro dell’azienda famigliare.  Ossessionato dalla sua passione per la lotta, Steve preferisce ignorare le difficoltà lasciando la madre sola, schiacciata dal peso di una situazione che diventa, con il passare del tempo, insostenibile. Sarà inaspettatamente il fratello Joël, recentemente uscito di prigione, ad aprire gli occhi a Steve e a aiutare, a modo suo, la famiglia ad uscire dalla spirale infernale nella quale è incoscientemente rinchiusa. Joël propone al fratello di combattere in gare clandestine illegali che si svolgono in Francia per racimolare i soldi necessari a saldare i debiti della fattoria, una soluzione estrema, pericolosa e rischiosa, che mette alla prova un legame fraterno già fragilizzato. Con le spalle al muro, Steve decide di seguire Joël in un’avventura umana dove violenza e tenerezza duettano in modo inaspettato.

Come un animale ferito che rifiuta di arrendersi, il protagonista di Bisons affronta altri diseredati della vita, persone che come lui sottomettono il proprio corpo alla furia di una società che non accetta debolezze, una società crudele nella quale domina la legge del più forte. l paesaggi innevati della campagna del Jura-Nord, il freddo che entra nelle ossa ferendo il corpo e la mente come la lama di un rasoio, accompagnano ogni immagine ricordandoci quanto la natura possa essere al contempo ospitale e crudele, compagna e nemica.

Bisons parla di una società in crisi dalla quale l’umanità e la tenerezza sembrano essere state bandite, una società afflitta dalla crisi e dalla precarietà che, stanca, trascina faticosamente le proprie ossa. Bisons è anche la storia toccante di due fratelli che lottano per sopravvivere in un mondo sempre più ostile. La loro relazione, al contempo pudica e intensa, diventa metafora di un mondo alla deriva nel quale l’empatia e la tenerezza sembrano essere le sole armi con le quali combattere per mantenere, costi quel che costi, la propria umanità.

Bisons è prodotto da P.S. Productions, Les Contes Modernes, RTS Radio Télévision Suisse e SRG SSR.

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