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SOLETTA 2024

Recensione: Ten Years

di 

- L’ultimo film di Matthias von Gunten parla della difficoltà di integrare un mondo lavorativo a volte spietato che dei sogni e degli ideali non sa spesso che farsene

Recensione: Ten Years

Dieci anni dopo il maestoso Thule Tuvalu [+leggi anche:
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, Sesterzio d’argento per il miglior film svizzero al festival Visions du Réel di Nyon, Matthias von Gunten presenta in prima mondiale alle Giornate di Soletta (in lizza per il Prix du Public) la sua ultima fatica Ten Years, un film toccante che parla di quattro giovani alla ricerca del loro posto nel mondo. Senza paura o falsi pudori, i protagonisti e le protagoniste di Ten Years si svelano davanti alla cinepresa, un’amica intima con la quale confidarsi senza temerne il giudizio. Al contempo pudiche e violentemente sincere, queste confessioni ci permettono di accedere al loro mondo interiore fatto di sogni ma anche di paure, di libertà e di incosciente rassegnazione.

Nell’arco di dieci anni, Matthias von Gunten segue quattro giovani che cercano di capire cosa vogliono dalla vita, quattro percorsi di vita diversi ma accomunati dalle stesse paure, dal terrore di non riuscire a conciliare sogni e realtà, spensieratezza della gioventù ed esigenze specifiche della vita da “adulti”.

Pascal, apprendista panettiere di 17 anni, si trova nel pieno di una crisi lavorativa ed esistenziale. Quello che lo preoccupa maggiormente è la difficoltà di conciliare ritmi lavorativi estenuanti con una smania di libertà difficilmente arginabile che le quattro mura dell’azienda famigliare cercano di sbriciolandole come biscotti in una tazza di latte. Magnifica la scena nella quale Pascal, il padre e gli altri panettieri, pranzano in totale silenzio, seduti su delle cassette di plastica, come se la stanchezza li avesse definitivamente ammutoliti. La vita lavorativa di Pascal non corrisponde ai suoi ideali ma non riesce comunque a staccarsene, prigioniero suo malgrado di responsabilità più grandi di lui. Toccante è la scelta di parlare con sincerità davanti alla cinepresa, diventata una sorta di confessionale, del suo coming out e dei sogni che continua a custodire gelosamente nel cassetto. Ad accompagnare Pascal troviamo Lucia, 29 anni, studentessa di medicina che sogna di diventare psichiatra. Malgrado degli anni intensi passati sui banchi dell’università ma anche tra le mura degli ospedali, Lucia non intende arrendersi. Esigente, anche se in modo diverso, è l’universo lavorativo di Hanna, 19 anni, futura insegnante e di Victor, 28 anni, virtuoso dell’oboe che vuole diventare direttore d’orchestra.

Quattro percorsi di vita intensi caratterizzati da cocenti delusioni ma anche da elettrizzanti successi, quattro momenti sospesi tra certezze e ignoto, sogni e realtà. Gli istanti di dubbio dei protagonisti, le piccole fratture che trasformano la determinazione in riflessioni profonde sull’avvenire, ci permettono di accedere al mondo interiore dei protagonisti, spesso filmati in momenti chiave della loro esistenza. Che si tratti di Pascal che fuma una sigaretta, controluce, fuori dalla panetteria, di Hanna che, mentre il suo compagno si rilassa sdraiato sul divano, corregge i compiti dei suoi allievi, di Victor intento a ripetere silenzioso la partizione di un concerto nella sua stanza di Berlino con indosso una maglietta con un piccolo buco (un abbigliamento molto diverso da quello indossato durante le sue esibizioni) o di Lucia che ammette di essere diventata “una filantropa che gioca il gioco del capitalismo”, le fragilità di ognuno diventano, grazie allo sguardo incisivo e empatico di Matthias von Gunten, struggenti confessioni intime.

Ten Years è prodotto da Odysseefilm e Mira Film.

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