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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: Dieci minuti

di 

- Il nuovo film di Maria Sole Tognazzi, scritto con Francesca Archibugi, racconta con delicatezza e comprensione la storia di una donna in crisi esistenziale e il suo percorso di rinascita

Recensione: Dieci minuti
Margherita Buy e Barbara Ronchi in Dieci minuti

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, e la più recente serie tv Petra, Maria Sole Tognazzi continua a mettere al centro dei suoi lavori le donne, illuminando le loro forze e le loro debolezze. Con il suo nuovo lungometraggio, Dieci minuti, dal 25 gennaio in 150 sale italiane con Vision Distribution, la regista adatta liberamente, affiancata in sceneggiatura da Francesca Archibugi (Il colibrì [+leggi anche:
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e la serie La storia, tra i suoi ultimi lavori dietro la macchina da presa), un romanzo di successo del 2013: il quasi omonimo Per dieci minuti di Chiara Gamberale, dove la protagonista è una quarantenne che si ritrova nel peggior momento della sua vita, in piena crisi esistenziale dopo l’abbandono del marito e la perdita del lavoro, e a cui una psichiatra un po’ burbera indica un’insolita via d’uscita dalle proprie pene.

Dedicare ogni giorno dieci minuti del proprio tempo a fare qualcosa che non si è mai fatto, qualcosa di eccitante o spaventoso, qualcosa che ti faccia uscire dalla zona di conforto. È la ricetta che la dottoressa Brabanti (Margherita Buy, al suo terzo lungometraggio con Tognazzi) prescrive a Bianca (Barbara Ronchi), mentre un po’ spazientita allunga alla sua paziente una scatola di fazzoletti per asciugarsi le lacrime. Bianca è stata lasciata da poco da suo marito Niccolò (Alessandro Tedeschi, marito di Ronchi anche nella vita) dopo quasi vent’anni di relazione iniziata ai tempi dell’università; eppure pensava che andasse tutto bene. Allo stesso tempo, il giornale per cui scrive le dà il benservito, i suoi articoli non interessano più. Bianca è a pezzi, tutti i suoi riferimenti sono saltati.

Attraverso l’intreccio di più piani temporali, flashback e anticipazioni, pian piano si ricompone il puzzle dell’esistenza della protagonista andata in frantumi: un incidente stradale, il ricovero in un reparto psichiatrico, l’incontro con la sorellastra più giovane mai conosciuta prima (Fotinì Peluso), i segreti familiari inconfessabili, un tentato suicidio. Ma soprattutto l’incapacità di Bianca di ascoltare gli altri e di guardare oltre se stessa. Sarà proprio mettendosi alla prova ogni giorno con qualcosa di nuovo che la nostra eroina smarrita scoprirà finalmente le sofferenze altrui e capirà che dalla vita ha molte più cose da imparare di quelle che già sa, una consapevolezza utile per allargare lo sguardo, aprirsi al cambiamento e uscire dal proprio egotismo.

“La forza più grande dell’essere umano è la debolezza”, ricorda la dottoressa Brabanti, dietro la cui ruvidezza si nasconde un metodo terapeutico preciso. Se è vero che dietro ogni crisi c’è un’opportunità, il film di Tognazzi è un vero e proprio inno alla fragilità che riserva umana comprensione anche ai personaggi maschili, a un primo sguardo riprovevoli – Niccolò ha un’altra donna e lascia Bianca in modo crudele, ma ha le sue ragioni; il padre di Bianca, interpretato da Marcello Mazzarella, ha abbandonato la figlia avuta fuori dal matrimonio, è un uomo che ha sbagliato e lo sa. Il registro del film si discosta dalla “leggerezza calviniana” (la definizione è di Gamberale) del libro da cui è tratto, è più drammatico, ma si mantiene sobrio e vero anche grazie alle performance delle tre attrici protagoniste – Ronchi, Buy e Peluso – che si confermano tra le migliori interpreti in circolazione.

Dieci minuti è una produzione Indiana Production e Vision Distribution in collaborazione con Sky e Netflix.

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