Recensione: La vita straordinaria di Ibelin
di Marta Bałaga
- Il film di Benjamin Ree, premiato a Göteborg e a Sundance, è edificante e gioioso e potrebbe diventare uno dei più grandi successi dell'anno

È facile immaginare che molti spettatori si avvicinino a La vita straordinaria di Ibelin [+leggi anche:
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intervista: Benjamin Ree
scheda film] con cautela, temendo l'ennesima esperienza straziante che i documentari sono soliti offrire. Eppure il film di Benjamin Ree - già premiato al Sundance (vedi news) e, più recentemente, a Göteborg - è edificante e gioioso.
Per un po' è persino difficile dire perché, considerato che inizia con un funerale. Mats Steen, a cui è stata diagnosticata una malattia muscolare degenerativa, muore a 25 anni. La sua famiglia è distrutta: ha perso un figlio, ma è anche convinta che la vita gli sia passata accanto in modo crudele. Ma si rendono conto, una volta condivisa la notizia sul suo blog, che in realtà viveva, e amava, online. E ci sono persone là fuori che sono grate di averlo conosciuto.
La decisione di Ree di abbandonare letteralmente questo mondo dopo un inizio piuttosto semplice, e di buttarsi direttamente nel gioco di ruolo World of Warcraft, è geniale: non ci sarebbe altro modo per capire la comunità di Mats e la libertà che gli ha fornito. Quando il documentario si trasforma in un'animazione, ricreata secondo gli archivi online, non ci si limita a intravedere un'esistenza alternativa: l'immersione è totale. Per la prima volta, Mats - conosciuto come il nobile "Ibelin", un tronco d'albero con un'impressionante coda di cavallo - non era confinato: era libero di correre, flirtare e dare consigli.
Rivolgendosi ai suoi amici virtuali, Ree sta in realtà sostenendo che questi legami erano reali. O perlomeno realistici: anche se importanti e in alcuni casi addirittura in grado di cambiare la vita, le conversazioni di Mats con loro erano oneste fino a un certo punto. È facile capire perché. Aveva finalmente trovato un posto dove poteva essere qualcun altro, dove poteva essere "normale", quindi perché rompere quest'illusione? Perché rischiare il rifiuto aprendosi completamente? Perché non rimanere nel fantasy, inseguendo mostri e chiacchierando con belle ragazze? Questo potrebbe essere l'aspetto più sconvolgente e sorprendentemente universale della storia: voglio che le persone mi ammirino o voglio che mi conoscano?
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scheda film], per esempio, la paura di rivelarsi porta a compiere ogni sorta di atti empi. In La vita straordinaria di Ibelin, invece, è qualcosa che bisogna superare per crescere davvero. Ci sono casi in cui diventa ovvio che i legami creati nel gioco potrebbero diventare ancora più forti, ma è qui che Mats tira le somme. A proposito di sorpresa: in mezzo a tutte le invocazioni che mettono in guardia le persone - soprattutto gli adolescenti - dall’immersione totale nel mondo online, questo film emerge valorizzando l'onestà sopra ogni altra cosa.
Anche quando si tratta del suo protagonista, che può passare da uomo saggio che aiuta madre e figlio a ricostruire il loro rapporto a un ragazzino ferito, così spaventato dal rifiuto che preferisce rifiutare per primo le persone. Ree definisce il suo film una "storia di crescita", e non ha torto: Mats commette errori e impara da essi, proprio come tutti gli altri. Solo che lo fa nel chiuso della sua stanza.
È nato un interessante dibattito dopo questa premiere: è probabile che, anche se la situazione di Mats era ovviamente molto specifica, le comunità di giocatori si sentano giustificate. Quando si sta seduti da soli a casa, non significa che si è soli. Quando si è online, non significa che ciò che si vive non sia reale, a quanto pare. La vita straordinaria di Ibelin è una lezione magistrale su come raccontare storie difficili e renderle comunque accessibili al pubblico.
La vita straordinaria di Ibelin è prodotto da Medieoperatørene in coproduzione con Hans Andreas Fay. Le vendite sono gestite da Autlook Filmsales.
(Tradotto dall'inglese)
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