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BERLINALE 2024 Panorama

Recensione: Crossing

di 

- BERLINALE 2024: Il nuovo film di Levan Akin è un tenero buddy movie con un'aggiunta di chacha

Recensione: Crossing
Mzia Arabuli in Crossing

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, Levan Akin ha raggiunto l'obiettivo cinema d'essai per eccellenza: ha realizzato un film ambizioso che è riuscito a coinvolgere il pubblico, anche al di fuori del circuito dei festival. Il film ha anche suscitato polemiche in Georgia, dove è ambientato. Il suo film d'apertura della sezione Panorama della Berlinale, Crossing [+leggi anche:
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, è una proposta molto più tranquilla - anche se qui si balla - ma potrebbe comunque ripetere il successo del film precedente.

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Purtroppo potrebbe anche provocare qualche protesta, visto che questa volta Akin si occupa della comunità trans georgiana. Basta una scena all'inizio per stabilire la portata delle loro battaglie, ma non c'è nulla di sconvolgente in questa tenera storia. Si tratta invece di un altro esempio di come si possano realizzare film di grande successo su argomenti estremamente seri: viene in mente anche il recente Housekeeping for Beginners [+leggi anche:
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di Goran Stalevski.

In Crossing, l'insegnante in pensione Lia (Mzia Arabuli, attrice un po' alla Anna Magnani) decide di ritrovare la nipote trans Tekla. A quanto pare era il desiderio in punto di morte di sua sorella. Lia si allea con un annoiato ragazzo di quartiere di nome Achi (Lucas Kankava) che accetta  ardentemente qualsiasi cambiamento nella routine. È chiaramente il suo giorno fortunato: i due si dirigono in Turchia perché è lì che Tekla potrebbe trovarsi in questo momento, dopo anni in cui ha subito solo rifiuti. C'è un indirizzo, sostiene Achi, che li condurrà a una comunità di lavoratori del sesso. E a Evrim (Deniz Dumanlı), un'avvocatessa che si batte per i diritti dei trans, oltre che per i propri.

Grazie a questa strana coppia - anche se Dumanlı domina un po' lo schermo - il film di Akin si trasforma in un improbabile buddy movie: Lia e Achi bisticciano e stabiliscono regole che esistono solo per essere immediatamente infrante, dato che "niente alcol e niente droghe" si trasforma rapidamente in "una botta al giorno toglie il medico di torno". Tuttavia, come di solito accade, iniziano ad affezionarsi l'una all'altro. È inevitabile e prevedibile, ma è anche divertente.

Ma come può essere "divertente" un film sulla ricerca di una ragazzina trans che si nasconde? Tutto ciò che si deve fare, ci dimostra Akin, è celebrare la gentilezza. Per chi non è di Hollywood, non è esattamente una scelta facile: i film che si vedono nei festival puntano spesso sulla violenza, sulla disperazione, e vincono premi per questo. Akin dimostra che è possibile un'altra soluzione. Che poi è proprio quello di cui c'è bisogno in questo momento.

I due non sono molto bravi a cercare le persone perdute. Trovano però altre cose: la comprensione e il perdono. C'è un primo contatto con la libertà per Achi, un momento di abbandono per Lia, che passa dal lamento "le donne georgiane erano raffinate" al ritorno a se stessa, alla ragazza che era "la migliore ballerina del villaggio". Ha perso quella ragazza molto tempo fa. Ha perso sua sorella, sua nipote. E per cosa? Sembra che l'intero film sia incentrato sulla ricerca della libertà e sulla consapevolezza che preoccuparsi delle opinioni altrui è l'errore più grande che si possa commettere. Non fatelo ragazzi, grandi o piccoli. Non ne vale la pena.

Crossing è una coproduzione svedese-danese-francese-turco-georgiana di French Quarter Film con Easy Riders Films, 1991 Productions, Adomeit Film e Bir Film (Istanbul). Totem Films si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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