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BERLINALE 2024 Forum

Recensione: Chroniques fidèles survenues au siècle dernier à l’hôpital psychiatrique Blida-Joinville...

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- BERLINALE 2024: L'algerino Abdenour Zahzah dedica il suo lungometraggio di finzione allo psichiatra Frantz Fanon e al suo ruolo di pioniere nel liberare i “malati” dalla prigionia dei manicomi

Recensione: Chroniques fidèles survenues au siècle dernier à l’hôpital psychiatrique Blida-Joinville...
Alexandre Desane in Chroniques fidèles survenues au siècle dernier à l’hôpital psychiatrique Blida-Joinville...

Dopo essersi già interessato, con il suo documentario Frantz Fanon, mémoire d’asile, alla breve seppur intensa vita del dottor Fanon, Abdenour Zahzah ritorna ad indagare le ragioni che l’hanno spinto a dedicare la sua vita agli oppressi. Forse ancora più conosciuto in quanto difensore dell’indipendenza dell’Algeria (di cui sostiene il movimento clandestino di resistenza) che per il suo innovativo approccio alla psichiatria, il protagonista del film resta una figura complessa difficile da imprigionare in una sola categoria. Presentato in prima mondiale alla 74ma Berlinale, nella sezione Forum, Chroniques fidèles survenues au siècle dernier à l’hôpital psychiatrique Blida-Joinville, au temps où le Docteur Frantz Fanon était chef de la cinquième division entre 1953 et 1956 è un film elegante dal sapore neorealistico.

Come suggerito dal titolo del film, che sebbene sia una finzione si basa sulle ricerche approfondite fatte per il documentario precedente sullo stesso psichiatra, questo non vuole essere una biografia ma piuttosto l’istantanea di un momento chiave nella vita del dottor Fanon. È in effetti fra il 1953 e il 1956, quando assume il ruolo di capo servizio dell’ospedale psichiatrico di Blida-Joinville ad Algeri, che le sue ricerche in ambito medico incontrano una realtà concreta e terribile, quella dei pazienti di religione mussulmana. Separati dai francesi, questi diventano vittime di un approccio psichiatrico razzista e coloniale in vigore all’epoca. È proprio la visione delle condizioni deplorevoli in cui sono costretti a vivere che spinge il protagonista del film (interpretato in modo intenso e senza inutili fronzoli da Alexandre Desane) a spingerlo a rivoluzionare un ospedale che lui stesso considera come “malato”. Sebbene il nuovo approccio alla psichiatria promosso dal dottor Fanon: accogliere le parole dei pazienti, il loro universo interiore, abolire la separazione fra paziente e medico, aprire le porte dell’ospedale facendone entrare il sole, i rumori della natura, la vita, sia ben documentato nel film, ciò che questo cerca principalmente di mettere in avanti è la personalità complessa del suo protagonista.

Girato a Blida in un maestoso e rigoroso bianco e nero, il film non si attarda tanto sul punto di vista dei pazienti, che seppur presente resta comunque in secondo piano, ma piuttosto sulla loro realtà filtrata attraverso la sensibilità del dottor Fanon. Indignato da un approccio alla psichiatria che definisce “del secolo scorso” ma impassibile nel mostrare questa stessa indignazione, il protagonista del film deambula all’interno dell’ospedale psichiatrico come fosse un fantasma, uno spirito guida arrivato in un luogo abbandonato da tutti. Al contempo teatrale come un film di Rohmer e intransigente come un’opera neorealista, il film ci spinge a riflettere non solo sulle prese di posizione di Fanon in quanto psichiatra e sostenitore dell’indipendenza algerina ma anche sul cinema come linguaggio.

Seppur il film non mostri scene di violenza in modo spettacolare, l’apparente calma che emana non è meno inquietante. Priva di colori, la storia raccontata distilla un binarismo radicale fra bianco e nero, oppressore ed oppresso, libertà e prigionia. Un’opposizione crudele che il dottor Fanon cerca in ogni modo di eliminare. A volte insopportabilmente lento e pacato, il film nasconde al suo interno una rabbia che ribolle senza sosta.

Chroniques fidèles survenues au siècle dernier à l’hôpital psychiatrique Blida-Joinville, au temps où le Docteur Frantz Fanon était chef de la cinquième division entre 1953 et 1956 è prodotto dall’algerina Atlas Film Production e coprodotto dalla francese Shellac Sud.

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