email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2024 Concorso

Recensione: Architecton

di 

- BERLINALE 2024: L'ultima fatica di Viktor Kossakovsky è una riflessione a ruota libera sulla materia e l'architettura, e un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio

Recensione: Architecton

La maggior parte di noi - soprattutto coloro che vivono in città tentacolari e squallide - nota ogni giorno che il cemento è ovunque, in tutta la sua bruttezza. E se la bellezza dovrebbe davvero "salvare il mondo", come ha scritto Dostoevskij, osservando i paesaggi deprimenti da cui siamo circondati possiamo dire con certezza che c'è ancora molta strada da fare. Questo è il messaggio alla base dell'ultima fatica di Viktor Kossakovsky, Architecton [+leggi anche:
trailer
intervista: Victor Kossakovsky
scheda film
]
, in concorso alla Berlinale.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il film ruota attorno all'architetto italiano Michele De Lucchi, che appare come una presenza gentile e di basso profilo. Sta supervisionando un progetto molto semplice, una sorta di "cerchio della vita" da costruire in quello che sembra essere il cortile di casa dello stesso De Lucchi. In qualche modo questo simbolo elementare diventa uno strumento per esplorare l'ascesa e la caduta di intere civiltà. Le scene che ritraggono l'architetto (spesso accompagnato da due operai incaricati di portare a termine il suo progetto) fungono da intermezzi molto sciolti e leggeri, che si intrecciano con il suggestivo immaginario che costituisce la maggior parte di Architecton.

In tutto il percorso rovine moderne e antiche sono accostate l'una all'altra, mostrando da distanze diverse le conseguenze di tragedie recenti, come la guerra in corso in Ucraina e il terremoto in Turchia del 2023. Ma l'attenzione non si concentra solo sulla distruzione, ma anche sulla materia stessa. Legno, fuoco, sabbia, pietra e soprattutto cemento sono al centro della scena in modo spettacolare. La materia può essere usata per creare qualcosa di utile, di bello o per peggiorare la vita delle persone; e l'architettura è solo uno dei modi in cui la materia "si esprime", sembra suggerire il film di Kossakovsky.

La mancanza di una struttura chiara potrebbe rendere la visione del film non particolarmente fluida. Ma si stratta comunque di un viaggio abbastanza intrigante, arricchito dalla presenza della sofisticata fotografia di Ben Bernhard e dalla colonna sonora di Evgueni Galperine, di grande atmosfera, capace di trasportare lo spettatore - anche solo per pochi secondi - in una dimensione più ultraterrena e "metafisica".

L'epilogo comprende una breve conversazione tra il regista e De Lucchi. I due si confrontano con un'interessante discussione che rende finalmente visibile la personalità e la visione del mondo dell'architetto. Sebbene questo scambio sembri eccessivamente “messo in scena” - entrambi parlano in inglese, mentre qualcuno sta utilizzando due tosaerba all'interno e intorno al cortile - ci si può chiedere se la presenza dell'architetto non avrebbe dovuto essere maggiormente percepita nel corso del film.

Nel complesso, è difficile etichettare quest'opera del cineasta di San Pietroburgo a causa del suo approccio molto libero. Potremmo definirla una meditazione audiovisiva o una riflessione sulla materia, che tocca altri temi attuali, ma senza andare troppo in profondità. Ma in questo caso rimanere in superficie - letteralmente e figurativamente - è comunque la scelta più adatta. Un tentativo di scavare in profondità avrebbe reso questo film molto più difficile da godere e, forse, un'esperienza frustrante.

Architecton è prodotto dalla tedesca ma.ja.de Filmproduktions GmbH, dalle francesi Point-du-Jour International e Les films du Balibari, dalla britannica Hailstone Films e dalla statunitense A24. The Match Factory si occupa delle vendite internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 19/02/2024: Berlinale 2024 - Architecton

8 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Victor Kossakovsky, Michele de Lucchi, Evgueni Galperine, Heino Deckert
© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy