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BERLINALE 2024 Forum

Recensione: What Did You Dream Last Night, Parajanov?

di 

- BERLINALE 2024: Il debutto alla regia di Faraz Fesharaki costruisce un ponte tra Iran e Germania grazie alle riprese webcam e ai ricordi condivisi

Recensione: What Did You Dream Last Night, Parajanov?
Hasan Fesharaki e Mitra Kia in What Did You Dream Last Night, Parajanov?

Dopo più di dieci anni passati nelo spazio tra una webcam e un desktop, ci si aspetterebbe che il regista iraniano residente a Berlino Faraz Fesharaki sia un esperto nel colmare le distanze. Ma quando si tratta di casa e, soprattutto, della casa che ci si lascia alle spalle, nessuna magia potrà mai sanare la ferita iniziale, nemmeno il cinema. What Did You Dream Last Night, Parajanov? [+leggi anche:
intervista: Faraz Fesharaki
scheda film
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, il lungometraggio d'esordio di Fesharaki, proiettato nella sezione Forum della Berlinale, tenta di recuperare ciò che resta di una frattura cercando qualcosa che è rimasto in piedi: l'amore.

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La webcam di Fesharaki registra tutto, mentre immagini pixelate, scarsa larghezza di banda e schermi congelati si affiancano a filmati di qualità migliore e a materiale video d’archivio. Ma le storie che raccontano hanno così poco a che fare con le superfici che la varietà di texture e immagini tesse un arazzo di mondi personali con la speranza che le loro visibili cuciture agiscano da collante quando le parole non riescono a farlo. I desktop formano un continuum spazio-temporale tra le città di Isfahan e Berlino, con i genitori Hasan (Hasan Fesharaki) e Mitra (Mitra Kia) all'altro capo. A volte chiama la cugina Rahi (Rahi Sinaki), che prima si trova in Austria ma che nel corso del film torna in Iran senza rimpianti. Coesistono più prospettive e il dialogo è continuo: questo è un motivo sufficiente perché Fesharaki voglia condividere con il mondo la sua personale disposizione, e siamo felici che l'abbia fatto.

Ci sono anche quegli spazi vuoti che attirano l'attenzione su di sé: solide cornici di colore rosso che ospitano titoli, citazioni, una poesia o una lettera, facendo spazio alle parole scritte quando tante cose non vengono dette. In queste brevi pause tra le persone viste nelle rispettive stanze, c'è il tentativo di afferrare il significato di ciò che ci sfugge. Si tratta di domande esistenziali - cosa rende la vita degna di essere vissuta, a cosa apparteniamo, cos'è la felicità e come affrontare un passato, un presente e un futuro violenti - che sono anche politicamente intransigenti. Si ricorre quindi a recipienti materiali per contenere l'ineffabile dolore di tutto ciò: gli occhiali da sole "alla Kiarostami" di Hasan, la canzone che Mitra si rifiuta di cantare e le immagini del fiume Zayandeh, asciutto per decenni ma che ora torna a scorrere.

Noto come direttore della fotografia del film vincitore del Premio FIPRESCI alla Berlinale What Do We See When We Look at the Sky? [+leggi anche:
recensione
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intervista: Alexandre Koberidze
scheda film
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di Alexandre Koberidze, Fesharaki ha atteso a lungo per realizzare What Did You Dream Last Night, Parajanov?, a causa della natura del film come cronologia/archivio personale. Con tutta la sua tenerezza e la sua pazienza, leggibili dai silenzi che si concedono alle videochiamate pixelate, questo esordio si insinuerà sicuramente nella vostra vita quotidiana e nelle vostre conversazioni; quando chiamerete i vostri genitori, penserete sicuramente ad Hasan e Mitra. Una tale crudezza non deve essere presa alla leggera, ma piuttosto trattata con rispetto e con la massima attenzione, in modo da imparare ad apprezzare anche quei pochi secondi in cui la connessione ad internet si interrompe come veramente condivisi, siano essi senza o con le parole.

What Did You Dream Last Night, Parajanov? è prodotto dalla tedesca DFFB in coproduzione con New Matter Films, mentre la berlinese Oyster Films si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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