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BERLINALE 2024 Panorama

Recensione: Cu Li Never Cries

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- BERLINALE 2024: Al suo debutto, il regista vietnamita Phạm Ngọc Lân crea una riflessione stimolante, anche se a volte lenta, sui tempi che cambiano e sui fantasmi del passato

Recensione: Cu Li Never Cries
Nguyễn Thị Minh Châu (a sinistra) e Hoàng Hà in Cu Li Never Cries

In vietnamita, il termine cu li ha tre significati. Il primo si riferisce a un lavoratore nativo non qualificato in Asia. Il secondo è il piccolo primate dagli occhi a mandorla che compare anche nel film, originario della giungla vietnamita. Il terzo è il nome della felce dorata del pollo, una pianta che, nella medicina orientale, è usata come cura per i dolori alla schiena, ai tendini e alle ossa. Tutti questi elementi si mescolano nel lungometraggio d'esordio di Phạm Ngọc Lân, Cu Li Never Cries, nella sezione Panorama della 74ma Berlinale e premiato con il GWFF Best First Feature Award.

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La protagonista, la signora Nguyên (Minh Châu), è l'incarnazione di questi tre cu lis. Ispirata ai parenti di Lân, in particolare una sua zia, la signora Nguyên faceva parte della forza lavoro vietnamita inviata all'estero in Paesi come la Germania Est prima della caduta del Muro di Berlino. Dopo essere riuscita ad avere un marito straniero e a vivere una vita da sogno nel "paradiso comunista per eccellenza", è dovuta tornare in Vietnam per prendersi cura della nipote abbandonata Vân (Hà Phương). La perdita di quella sua vita ideale e la mancanza del marito sono solo una parte del motivo per cui le due donne non vanno d'accordo. E si tratta anche del passaggio generazionale, poiché il Vietnam della memoria della signora Nguyên sta lasciando il posto a una sensibilità diversa.

Nell'incipit, la signora Nguyên è appena tornata dalla Germania con le ceneri del marito defunto. Con sé c'è un'improbabile eredità: un piccolo primate della giungla vietnamita, un cu li, così terribilmente carino da riempire da solo metà del film. Vân non è molto contenta di questo intruso in casa, ma ha i suoi problemi da affrontare. La signora Nguyên, invece, è meno comprensiva: la sua attenzione è riservata soprattutto al suo cu li e al dolore alle gambe. In una ritrovata amicizia con il proprietario di un negozio di animali locale,  le viene proposta la medicina tradizionale, cioé un altro cu li, il quel diventa una fissazione che supera la cure per la nipote.

La vita piuttosto vivace di Vân e del suo fidanzato è in forte contrasto con quella della signora Nguyên, che solo lentamente inizia ad aprirsi all'ambiente circostante. Porta il suo cu li agli appuntamenti di danza, e fa amicizia con un giovane cameriere, un altro rappresentante ottimista dell'identità in evoluzione del Vietnam. La signora Nguyên rimane invece diffidente nei confronti dei cambiamenti che il tempo ha portato nel suo Paese. Il suo personaggio è ancora appesantito dal peso della storia, incapace di comprendere coloro che se ne sono liberati.

Mantenendo le riprese in un bianco e nero accuratamente graduato, Lân si concentra  su questa meditazione sulla vita, sulla felicità e sul passato. Un leggero disturbo visivo si combina con il ridotto suono di sottofondo, mantenuto al minimo indispensabile per stabilire un'atmosfera organica. La sua narrazione visiva e acustica, unita al ritmo lento del film e alla quantità di dialoghi attentamente curata, ricorda le opere del regista filippino Lav Diaz. Lân riesce però a raccontare una storia più compressa, e con una durata di 92 minuti, rispetto alle quattro ore minimo che ci si aspetta da Diaz. Ci sono anche dei rallentamenti nel ritmo del film ma nel complesso Cu Li Never Cries offre uno sguardo interessante sulla società vietnamita e sul conflitto che deriva dall'affrontare la storia e i cambiamenti sociali.

Cu Li Never Cries è una coproduzione che coinvolge Vietnam, Singapore, Francia, Filippine e Norvegia di Cadence Studio, An Nam Productions, Purple Tree Content, E&W Films, Acrobates Films, Epicmedia Productions Inc, Ape&Bjørn AS e Storm Films AS. Il film è venduto dall'austriaca Square Eyes.

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(Tradotto dall'inglese)

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