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BERLINALE 2024 Forum

Recensione: The Human Hibernation

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- BERLINALE 2024: L'artista multimediale spagnola Anna Cornudella Castro immagina la natura umana in modo nuovo nel suo film d'esordio visivamente sorprendente

Recensione: The Human Hibernation

Con il suo primo lungometraggio, l'artista spagnola e diplomata all'ESCAC Anna Cornudella Castro immagina un diverso tipo di ordine naturale. The Human Hibernation [+leggi anche:
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scheda film
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riconfigura l'ecosistema così come lo conosciamo collocando gli esseri umani in un livello inferiore: li immagina come creature che devono andare in letargo durante i mesi più freddi dell'anno. Spogliando l'umanità della sua onnipotenza in questo modo stranamente poetico, Cornudella Castro e il suo co-sceneggiatore Lluís Sellarès suggeriscono una profonda alternativa alla logica dell'Antropocene. The Human Hibernation, che ha partecipato della Berlinale di quest'anno nella sezione Forum, è un esempio di ciò che il cinema non umano può essere, quando riconosce i suoi limiti antropici.

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La notte indugia in una lunga ripresa contemplativa nella scena di apertura del film. È inverno, gelido e silenzioso, e non è il momento giusto per gli esseri umani di stare svegli. Tuttavia, Erin si alza alla ricerca di sua sorella, ma le temperature gelide non hanno pietà di lui. Quando finalmente arriva la primavera, tocca a Carla cercare il fratello, senza avere la minima idea di cosa possa significare la sua perdita. Aiutato dal direttore della fotografia Arthur Pol Camprubí e dal montatore Marc Roca Vives, The Human Hibernation accompagna Carla in un'esplorazione prolungata e meditativa di un mondo che può essere facilmente sognato. In effetti, il film fa molto per tracciare complesse geografie umano-animali come spazi condivisi di coabitazione: in una stanza, in un campo d'erba, in una cornice. Mucche, galline, capre e persino procioni entrano ed escono dal campo visivo, rimanendo radicalmente estranei alla logica antropocentrica del lavoro agricolo e delle relazioni con gli animali domestici.

Prima di realizzare questo film, Cornudella Castro ha lavorato nel teatro, nel cinema e nella videoarte, e il suo approccio è informato sia dalla scienza che dal cinema. Di conseguenza, si avvicina a un'estetica documentaristica attraverso una sceneggiatura apertamente fittizia, per sottolineare in modo ecofemminista quanto sia finta la nostra attuale realtà sociale. In questo doppio senso tra realtà e finzione, gli esseri umani rimangono il fattore di mediazione. Quando gli attori (Clara Muck Dietrich, Demetrius Hollimon, Jane Hubbell, Brian Stevens e Neil O’Neil, nei panni di personaggi vagamente delineati) parlano, il loro discorso è formale e stilizzato, ma il contenuto parla di dolore e di trasformazioni spirituali.

Cornudella Castro raggiunge questo equilibrio quasi per magia: uomini, animali e piante convivono insieme e la macchina da presa si occupa di tutti loro con pari dignità e rispetto. In altre parole, nessuna inquadratura è riservata solo agli esseri umani, nessun campo lungo è concesso esclusivamente agli animali, e tutte le creature ricevono spazio e cura senza gli strati aggiuntivi di zoomorfismo o antropomorfismo spesso associati alla narrativa lenta e sperimentale. Ciò che viene messo in primo piano è la questione della società, dei suoi sistemi e di quanto possano essere sostenibili, e se siamo in grado di individuare delle analogie tra la nostra realtà imperfetta di abitanti di questo mondo e quella utopica del film. Cosa si può imparare da questo particolare modo di immaginare un ordine utopico?

The Human Hibernation è una produzione spagnola della società di Barcellona Japonica Films e della madrilena Batiak Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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