email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2024 Panorama

Recensione: Rising up at Night

di 

- BERLINALE 2024: Il nuovo lavoro di Nelson Makengo cerca di trasmettere cosa significhi vivere in una Kinshasa costantemente buia e allagata

Recensione: Rising up at Night

"Una casa senza elettricità è una casa senza gioia", dice una delle voci che emergono da uno schermo nero come la pece all'inizio di Rising up at Night [+leggi anche:
intervista: Nelson Makengo
scheda film
]
, documentario di Nelson Makengo presentato in anteprima mondiale nella sezione Panorama della Berlinale. Quasi tutto il film è avvolto nell'oscurità e immerso nelle acque del fiume Congo, all'indomani dell'inondazione di Kinshasa.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

La camera segue un gruppo di abitanti del luogo mentre cercano di gestire la loro vita durante i preparativi per il Natale, lottando per ottenere nuovi cavi che li aiuteranno a riavere l'elettricità ed evitare i pericoli che si nascondono nell'oscurità impenetrabile - pericoli come gli stupratori a caccia di ragazze e donne, per i quali la notte offre una copertura, o le buche in cui le persone possono precipitare. Nel buio della notte una torcia elettrica è - a volte letteralmente - un salvavita e una spada laser per combattere le paure. E le speranze di un aiuto esterno sono scarse, dato che imperi prosperi come la Cina, che vuole costruire una centrale idroelettrica nella Repubblica Democratica del Congo, si tirano indietro.

Come mostra Makengo - che ha partecipato alla Berlinale Talents 2020 - i membri della comunità locale possono contare gli uni sugli altri, mentre uno di loro raccoglie i soldi per i nuovi cavi. Cercano sostegno anche nella fede cristiana, implorando Gesù di avere pietà, misericordia e perdono. Allo stesso tempo, la vita va avanti e le persone frequentano una palestra improvvisata, girano per il quartiere su una barca e fanno commissioni.

Rising up at Night è un documentario di osservazione molto semplice che si concentra su una comunità lasciata sola con due disastri - uno naturale e uno artificiale - che dominano le loro vite. L'assenza di eventi spettacolari è una scelta artistica, poiché nel corso del film appare chiaro che l'obiettivo di Makengo è quello di permettere al pubblico di farsi un'idea di come ci si possa sentire a vivere nella completa oscurità. Infatti il regista mette insieme solo scene girate di notte, realizzate senza alcuna fonte di luce aggiuntiva. Il suo documentario, in un certo senso, si dissolve nell'oscurità della sala di proiezione, poiché gli occhi possono adattarsi a queste specifiche condizioni di visione solo fino a un certo punto. È anche un esperimento curioso, anche se un po' teorico: come ci si può connettere a una persona, o a un personaggio del film, se la si vede appena?

Purtroppo la situazione a Kinshasa non è migliorata molto da quando Makengo ha spento la sua macchina da presa: il Paese è stato colpito da un'altra disastrosa alluvione all'inizio di febbraio, poche settimane prima della premiere di Rising up at Night alla Berlinale. L’allegria è chiaramente ancora lontana.

Rising up at Night è una collaborazione tra Repubblica Democratica del Congo, Belgio, Germania, Burkina Faso e Qatar. Twenty Nine Studio & Production ha prodotto il film insieme a Mutotu Productions, mentre Film Five, Magellan Films, Auguste Orts, RTBF e Diam Production sono coproduttori. I diritti mondiali sono gestiti da Square Eyes.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy