email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2024 Berlinale Special

Recensione serie: Supersex

di 

- Non è chiaro quanto ci sia di vero in questa serie "ispirata" alla vita di Rocco Siffredi, ma Alessandro Borghi è spettacolare nel ruolo dello stallone italiano

Recensione serie: Supersex
Alessandro Borghi (centro) in Supersex (© Netflix)

Era forse inevitabile che quando è arrivato il momento di raccontare la storia di Rocco Siffredi, una delle più famose pornostar di questo e dello scorso secolo, lo si facesse in uno stile grandioso e altamente drammatico, piuttosto che come un dramma realistico sugli alti e bassi di un uomo che trova la sua strada in una professione controversa e ancora avvolta da molti misteri. La serie Netflix in sette episodi Supersex, di cui tre sono stati presentati in anteprima alla 74ma Berlinale prima dell'uscita mondiale sulla piattaforma mercoledì 6 marzo, è un po' come l'Elvis di Baz Luhrmann in versione re del porno: un racconto stilizzato, condensato e totalmente soggettivo di una storia in qualche modo contestata e in gran parte non verificabile, realizzato con il coinvolgimento delle parti interessate. Se cercate la verità oggettiva, probabilmente qui ne avrete solo un assaggio.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Lavorando in collaborazione con lo stesso Siffredi, la creatrice Francesca Manieri (Luna nera [+leggi anche:
recensione
scheda series
]
, We Are Who We Are [+leggi anche:
recensione
scheda series
]
)  crea un racconto pieno di connessioni inquietanti, coincidenze, prefigurazioni e premonizioni; tutto ciò che accade a Rocco è sempre profondamente significativo, ogni evento è una tappa nel suo viaggio di formazione. Cominciamo dalla fine di quella storia quando Siffredi, ormai una superstar mondiale, annuncia all'improvviso, durante una convention sul sesso nel 2004, il suo ritiro dal porno. Non si tratta di una trovata pubblicitaria: la scioccante decisione del performer è motivata dalle visioni di un uomo presumibilmente morto, suo fratello Tommaso (Adriano Giannini). Mentre si dirige verso la sua stanza d'albergo, una hostess chiede a Rocco, affranto, di non ritirarsi ancora: è venuta a Parigi con l'esplicito scopo di fare sesso con lui. E così fanno, nel corridoio dell'hotel, sotto gli occhi e gli applausi degli ospiti riuniti: rabbiosamente, Rocco dà al pubblico ciò che vuole per l'ultima volta.

È una scena esagerata, dichiaratamente fittizia, che illustra bene l'intensità della serie e il modo in cui traccia un collegamento tra l'attività sessuale di Siffredi e il suo stato d'animo: la più grande riuscita dello show potrebbe essere che nessuna delle sue numerose scene di sesso è gratuita. Nel corso della serie, i flashback ci portano da quel momento del 2004 ai giorni precedenti della vita di Siffredi, partendo cronologicamente dalla sua infanzia nella piccola città di Ortona nel 1974, quando si chiamava ancora Rocco Tano. Con un padre scostante e una madre preoccupata cronica, il piccolo Rocco (Marco Fiore) guarda al fratello maggiore Tommaso, che frequenta la ragazza più desiderata del paese, Lucia. L'elegante Tommy è pieno di consigli di vita per Rocco, e la sua ambizione è quella di "fottere il mondo": più che una fuga dalla miseria, il sesso per lui è il biglietto per uscirne. Lo show non ha paura di mostrare che la sessualità è perfettamente naturale e allo stesso tempo profondamente personale, qualcosa di potente che non è solo un bonus nella vita, ma una parte molto importante di essa. Questo vale per tutti i personaggi, ma naturalmente è particolarmente vero per Rocco, un bambino intrappolato fin da piccolo in un'intensa rete psicosessuale: tra Lucia e Tommy, che potrebbe non essere affatto suo fratello; una madre che lo ignora; e una società in cui il ragazzo raggiunge il picco di popolarità il fatidico giorno in cui trova una rivista sporca. Il fumetto dà il titolo alla serie, e attraverso di esso il giovane Rocco trova, come l'attore porno fotografato all'interno, il proprio superpotere. 

Il fatto che Siffredi abbia in seguito incontrato proprio questo attore, che lo ha iniziato al cinema, è apparentemente vero, così come gli altri punti principali della trama della serie. Ma altri elementi della storia sono piuttosto evidentemente progettati in funzione di uno sviluppo troppo ordinato dei personaggi. Questo andrebbe benissimo se fosse stato fatto con più precisione e stile: invece, idee interessanti sulla disponibilità di Siffredi a subire il comportamento violento di Tommy, sui rapporti dell'attore porno con la vergogna o l'orgoglio della sua famiglia e sulle sue esperienze di lussuria e amore, sono trattate in modo piuttosto crudo. Grandi dichiarazioni, di solito espresse in voce fuori campo alla fine degli episodi, annunciano che è avvenuta un'epifania o un cambiamento, quando in realtà gli eventi dell'episodio stesso non sono riusciti a rendere convincente questo punto.

Ciò che ci spinge a guardarlo è la fenomenale interpretazione di Alessandro Borghi nel ruolo di Rocco adulto, che conferisce alle singole scene pregnanza e forza nonostante la qualità disarticolata della serie. Adottando alcuni manierismi della star, come la sua risata stralunata, ma anche la postura e l'espressione generale, Borghi interpreta il personaggio con un'intensità che contribuisce a suggerire il magnetismo apparentemente leggendario di Siffredi. Supportato dall'eccellente Jasmine Trinca nel ruolo di Lucia adulta e da un convincente Saul Nanni nel ruolo del diciannovenne e brillante Rocco, la performance impegnata e riflessiva di Borghi evita in qualche modo a questa serie di andare in pezzi.

Supersex è prodotto dalle compagnie italiane Groenlandia e The Apartment.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 22/02/2024: Berlinale 2024 - Supersex

52 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Rocco Siffredi, Alessandro Borghi, Saul Nanni, Francesca Manieri, Francesca Mazzoleni, Francesco Carrozzini, Jasmine Trinca, Matteo Rovere, Adriano Giannini, Rosa Caracciolo
© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy