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MÁLAGA 2024

Recensione: El hombre bueno

di 

- David Trueba realizza un film bellissimo ed emozionante sulla complessità e le contrarietà delle relazioni romantiche

Recensione: El hombre bueno
Jorge Sanz in El hombre bueno

Vera (Macarena Sanz), Juan (Vito Sanz) e la loro figlia Manuela si recano a Maiorca per trascorrere alcuni giorni in un'idilliaca casa sulla spiaggia di proprietà di Alonso (Jorge Sanz), un ex collega di Juan che, dopo aver perso la sua compagna, ha deciso di ritirarsi dal mondo. Vera e Juan hanno deciso di separarsi e vogliono che Alonso funga da "uomo buono", una sorta di mediatore di fiducia che li aiuterà a stabilire un accordo equo per evitare il ricorso al tribunale e qualsiasi altro inconveniente, in modo che entrambi possano uscire indenni dalla separazione. Isolati nella casa di fronte al mare, arriverà il momento per tutti loro di rivelare i propri segreti e affrontare i propri fantasmi. Questa è la storia raccontata in El hombre bueno, l'ultimo film di David Trueba, presentato nella Sezione ufficiale del Festival di Malaga.

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Con un bel prologo musicato dalla commovente canzone Veles e vents di Raimon (tratta dall'omonima poesia di Ausiàs March), che già la dice lunga sul tono del film e sui temi che tratterà, la proposta è interessante: come interessante punto d'incontro tra loro, c'è la curiosa figura dell'"uomo buono" che racconta le vite dei tre protagonisti. Attraverso il personaggio di Jorge Sanz, a poco a poco, ci verrà raccontato chi è ognuno di loro, come sono diventati le persone che sono ora, cosa erano e non sono più, quali sono le loro circostanze, le loro ferite, le loro lotte, le loro ombre, le loro assenze, le loro diverse visioni della vita, su cosa hanno scommesso, cosa si aspettano da essa. I tre personaggi rifletteranno sull'idea di amore, perdita e colpa, e con questo il film sarà anche una sorta di riflessione sulla coppia, sui meccanismi segreti che la compongono, sul suo mistero e sulla sua complessità, sulla sua capacità di generare felicità e allo stesso tempo dolore.

David Trueba riesce a raccontare il film con semplicità, in modo sobrio, leggero e sottile, con il ritmo e il tono intimo e pacato che la storia richiede, dando peso ai personaggi, alle loro storie di vita, alle relazioni tra loro e alle loro conversazioni. È proprio nei dialoghi tra i protagonisti e nelle loro interpretazioni che il film eccelle, dialoghi che potrebbero essere quelli di un romanzo dello stesso Trueba, ben scritti, recitati con grazia e naturalezza, serrati, pieni di frasi rivelatrici e penetranti sulle prove della vita, drammatici nella loro profondità, ma senza mai perdere il senso dell'umorismo. "Se ti fermi a pensarci, la vita è una fottuta merda, è come un cane che vuoi accarezzare e tutto il tempo cerca di morderti", oppure "Una cosa è separarsi e un'altra è farsi del male", dicono i personaggi di Vito Sanz e Macarena Sanz in momenti diversi del film.

El hombre bueno è un film piccolo e commovente sulle complessità e le contrarietà delle relazioni sentimentali, sui colpi della vita, sulla natura a volte paradossale degli esseri umani e sulla possibilità di redenzione. Un bel film raccontato con verità e una certa magia che ci porta a riflettere sul potere delle persone di amarsi e anche di distruggersi a vicenda.

El hombre bueno è una produzione delle compagnie Buenavida Producciones e Perdidos G.Q.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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