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FESTIVAL / PREMI Italia

A Rimini la prima edizione di C-MOVIE Film Festival

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- In programma dal 20 al 23 marzo, la rassegna riunisce opere cinematografiche all'avanguardia che esplorano tematiche femminili in modo innovativo e coinvolgente

A Rimini la prima edizione di C-MOVIE Film Festival
Zafira, l'ultima regina di Damien Ounouri e Adila Bendimerad

Cinema, Corpi, Convivenze. Sono i tre concetti chiave del C-MOVIE Film Festival, la nuova rassegna cinematografica tutta al femminile in programma dal 20 al 23 marzo a Rimini. Cinema inteso come arte del narrare che offre una finestra sul mondo; Corpi, tematica centrale nella società odierna e nelle riflessioni sul femminile oggi; Convivenze, nel senso di relazioni ma anche inclusione e multiculturalità.

Organizzato da Kitchenfilm con la direzione artistica della regista e distributrice Emanuela Piovano, e realizzato grazie al contributo di Aide au Cinéma du Monde del CNC francese e del programma MEDIA Europa Creativa, il festival riunisce opere cinematografiche all'avanguardia che esplorano tematiche femminili in modo innovativo e coinvolgente. A partire dalle tre anteprime internazionali in programma: Zafira, l’ultima regina [+leggi anche:
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intervista: Adila Bendimerad, Damien O…
intervista: Damien Ounouri
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di Damien Ounouri e Adila Bendimerad (anche protagonista del film), presentato alle 19me Giornate degli Autori di Venezia; la fiaba moderna Solo per me [+leggi anche:
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di Lucie Borleteau, ambientata in uno strip-club; il thriller giudiziario Senza prove [+leggi anche:
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intervista: Béatrice Pollet
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di Béatrice Pollet, sul tema della negazione della gravidanza.

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In programma anche due film che raccontano due straordinari personaggi femminili italiani: La donna che riapriva i teatri, docufilm di Francesco Ranieri Martinotti su Roberta Betti che ha dedicato la sua vita a salvare un teatro destinato a chiudere, e Il popolo delle donne [+leggi anche:
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di Yuri Ancarani, in cui Marina Valcarenghi, psicoterapeuta e psicanalista, tiene una lezione sul rapporto fra la crescente affermazione sociale delle donne e l’aumento della violenza sessuale maschile. Il pubblico di Rimini potrà inoltre vedere la commedia Io lui lei l’asino [+leggi anche:
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di Caroline Vignal, con Laure Calamy; Edgar Morin, chronique d’un regard di Olivier Bohler e Céline Gailleurd, ritratto dedicato al celebre filosofo e sociologo intriso di riflessioni sul cinema; sarà inoltre riproposto, come omaggio a Federico Fellini (che a Rimini era di casa) il suo film che più di tutti indaga in profondità i rapporti tra maschile e femminile: La città delle donne, in collaborazione con la Cineteca di Bologna.

Ospite d’onore di questa prima edizione della manifestazione sarà la scrittrice Dacia Maraini, di cui verranno proiettati alcuni filmati realizzati in Super8 e il film L’amore coniugale da lei diretto e interpretato da Macha Méril, che sarà a Rimini. Altra ospite, Barbara Bouchet, che sarà al festival in occasione della proiezione di Per le antiche scale di Mauro Bolognini, in cui l’icona della commedia italiana anni ‘70 e ‘80 recita al fianco di Marcello Mastroianni.

Il festival ospiterà anche una serie di incontri e convegni con esperti del settore, registi, attori e professionisti del cinema, per discutere e riflettere sul ruolo della donna nel cinema contemporaneo e sulla sua rappresentazione nei media. Tra questi, un momento importante di riflessione sarà la presentazione del progetto di ricerca “Registe nello specchio della stampa”, un’analisi che ripercorre 20 anni di recensioni sui media italiani di film diretti da donne.

Infine, tre convegni che prendono spunto dalle tematiche affrontate nei film in anteprima: “Mediterranea - il nuovo mediterraneo delle donne”, per fare il punto, partendo da Zafira, l’ultima regina, sul cinema del mediterraneo a firma e soggetto femminile; la riflessione sul corpo sarà al centro del convegno “Prime donne alla sbarra - chi ha paura di Giovanna d’Arco?”, nel corso del quale si parlerà delle tematiche rappresentate nel film Senza Prove; “I festival delle donne - pari opportunità o disparità opportune?”, una riflessione che parte dal concetto di libertà affrontato nel film di Lucie Borleteau per entrare nel vivo del cinema, attraverso i festival delle donne.

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