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SXSW 2024

Recensione: How to Build a Truth Engine

di 

- Il documentario di Friedrich Moser, che ha George Clooney come produttore esecutivo, esamina vari aspetti tecnologici, sociali e neurologici nell'era della disinformazione

Recensione: How to Build a Truth Engine

Il documentarista austriaco Friedrich Moser (A Good American [+leggi anche:
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Il Covid-19 e la guerra russo-ucraina hanno fatto da sfondo alla proliferazione della disinformazione e sono entrambi al centro del viaggio investigativo di Moser nel documentario. Il regista collabora con giornalisti di testate affermate, approfondendo i loro meticolosi sforzi per analizzare filmati di guerra e immagini satellitari provenienti dall'Ucraina, allo scopo di identificare i responsabili del massacro di Bucha. Il documentario si avventura anche nell'esplorazione delle origini del virus del Covid e della teoria del complotto di QAnon come casi di studio esemplificativi di narrazioni alterate sfruttate per ottenere influenza. Questi casi dimostrano come la disinformazione possa alimentare la radicalizzazione, con l'influenza di QAnon che ha contribuito in particolare all'insurrezione del 6 gennaio negli Stati Uniti.

How to Build a Truth Engine si aggiunge così al fiorente genere di documentari che analizzano l'impatto dell'era digitale sul nostro panorama geopolitico. Ampliando la portata narrativa e aggiungendo profondità contestuale, il lavoro di Moser si posiziona accanto ad altri esami critici della nostra realtà online, come Feel Good Man e Another Body.

Il documentario di Moser si allinea anche ai temi prevalenti nella letteratura saggistica. Ma pur riconoscendo il ruolo ben documentato dei social network non regolamentati nel mettere in ombra i media tradizionali, il suo film evidenzia anche il crescente appetito della gente per le informazioni alternative. Attraverso interviste coinvolgenti con esperti come Tim Tangherlini e Vwani Roychowdhury, tra gli altri, How to Build a Truth Engine amplia il discorso. Il documentario si addentra nella dimensione umana, spiegando come il nostro cervello elabora e può essere manipolato dalle informazioni. Questo approccio sottolinea il focus del documentario sulla complessa interazione tra tecnologia, società e individuo nell'era della disinformazione, all'interno di un mondo interconnesso.

How to Build a Truth Engine si presenta come un documentario pertinente che affronta gli ostacoli che il giornalismo e la società incontrano nell'era della disinformazione. L'enfasi sul giornalismo come tema centrale distingue il lavoro di Moser da altri documentari e libri che affrontano argomenti simili. Intrecciando narrazioni personali, giornalismo investigativo approfondito e un esame della tecnologia, il regista e il suo team chiariscono l'intricato funzionamento interno della disinformazione, la natura volatile degli ecosistemi dell'informazione e la continua battaglia contro le narrazioni ingannevoli.

Nonostante il film descriva l'intenso processo di fact-checking e l'esaustiva indagine necessaria per smontare una singola falsa narrazione - mentre innumerevoli altre falsificazioni emergono contemporaneamente - il film di Moser evita notevolmente una questione critica: l'attuale crisi del giornalismo stesso. Il documentario non affronta appieno le sfide della sostentamento del giornalismo d'inchiesta in un contesto di chiusura dei media, licenziamenti, riduzione degli stipendi e chiusura delle redazioni in tutto il mondo. Di conseguenza, How to Build a Truth Engine si orienta maggiormente verso una prospettiva tecnologica del problema, mettendo in secondo piano la crisi del giornalismo.

How to Build a Truth Engine è prodotto dall'austriaca Friedrich Moser Film GmbH in associazione con Social Impact Entertainment Films (USA) e Smokehouse Pictures (USA) di George Clooney e Grant Heslov.

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(Tradotto dall'inglese)

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